GLENEAGLES - Due a zero e palla al centro. Dopo Bruxelles, Singapore. Tony Blair vince anche il secondo round contro Jacques Chirac e direttamente da Singapore - dove Londra ha battuto Parigi nella corsa alle Olimpiadi del 2012 - arriva da trionfatore a Gleneagles, dove da stasera presiederà i lavori del G8 con il piglio di colui che vuole cambiare tutto: l'Europa, i rapporti con l'Africa, gli equilibri tra sud e nord del mondo.
Piove e fa freddo a Gleneagles, un angolo sperduto di Scozia, con i manifestanti anti-globalizzazione che assediano gli otto grandi e la polizia che fatica a controllare la situazione. Ma Blair sorride. E ha diversi motivi per farlo. Londra avrà le sue Olimpiadi. E Parigi no. Dopo aver fatto fallire il vertice di Bruxelles dicendo di volere un'Europa nuova e più moderna e schierandosi nettamente contro Chirac e la sua visione più politica dell'Ue, il premier britannico ha messo un altro punto in carniere in quel duello franco-britannico ormai al calor bianco e mai così duro come in questi mesi.
Tra Blair e Chirac non corre buon sangue ma il rapporto si è deteriorato ancor più dopo la batosta presa dal presidente francese al referendum nazionale per la ratifica della costituzione europea.
Con Chirac in difficoltà, Blair ha preso il sopravvento e ha guidato il fallimento del summit Ue in vista della presidenza di turno britannica, puntando anche sulla possibilità di gestire la delicata questione del bilancio europeo e delle ratifiche costituzionali in nome di un'Europa - dice lui - più adeguata ai tempi. In nome - dice Chirac - di una visione di un'Europa con un impronta mercantile ed un basso profilo politico.
Adesso è giunto il trionfo - in parte inatteso - di Singapore. E con il sorriso sulle labbra, Blair può gestire i lavori di un G8 che ha impostato in maniera concreta e cercando risposte chiare dai partner.
Non sarà facile portare a casa un terzo punto. Sull'Africa, Blair può aspettarsi un buon risultato: gli Otto grandi hanno già deciso di cancellare il debito dei 18 Paesi più poveri e concorderannno nuovi stanziamenti.
Sul clima, la situazione è più difficile. Un qualche tipo di dichiarazione comune si potrà ottenere ma qui entra di nuovo in gioco Chirac, il quale ha già fatto sapere di volere impegni importanti e vincolanti. Un messaggio a Bush. E a Blair. D'altra parte anche tra Chirac e il presidente americano i rapporti non sono dei migliori e il presidente francese non è tipo da perdere senza combattere.
L'uno-due del referendum e delle Olimpiadi è stato duro, ma la partita non è finita. E quella di Gleneagles sarà solo un passaggio - seppur importante - della resa dei conti tra Blair e Chirac. La guerra vera si combatterà sul terreno europeo e qui Blair ha poco da ridere. La presidenza di turno britannica si annuncia difficile, il sentiero è stretto e disseminato di trappole che Chirac sta già mettendo a punto.
La questione del bilancio vede la Gran Bretagna in una situazione di obiettiva difficoltà dovendo fare i conti con quel rimborso ottenuto da Margaret Thatcher vent' anni fa ma considerato ormai immotivato visti i progressi economici fatti dal Paese. Blair ha riposto alle accuse dei partner attaccando la politica agricola comune di cui la Francia è il maggior beneficiario.
I destini di Parigi e Londra si incrociano ancora. E si incrociano soprattutto visioni diverse dell'Europa e del mondo e interessi nazionali in netta contrapposizione. La partita non è finita. Chirac è in un momento di debolezza e in molti guardano alla sua successione. Ma anche a Londra, non è un mistero, c'è Gordon Brown che aspetta il suo momento.
Per uno strano gioco del destino, Blair e Chirac potrebbero trovarsi insieme alla fine del loro lungo percorso politico. Ma non prima di aver combattuto la loro personale battaglia. Oggi è Blair a sorridere, ma non è detto che sarà ancora così tra sei mesi, quando si tireranno le somme delle presidenze britanniche del G8 e dell'Unione europea.
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