MONTEMESOLA (TA) - Usare sempre più spesso il 112 per avere un contatto continuo e costante per sapere a chi rivolgersi.
E' quanto il capitano Giovanni Tamborrino, comandante la Compagnia dei Carabinieri di Martina Franca, ed il maresciallo Giuseppe Barbuzza, comandante la Stazione dell'Arma di Montemesola, hanno sollecitato in un recente incontro con gli anziani per parlare insieme di sicurezza e prevenzione dei reati che colpiscono le persone delle fasce d'età più debole.
Nell'ambito del più esteso quadro di iniziative, finalizzate all'attuazione della Sicurezza partecipata ed avviate dai Carabinieri dei Comandi provinciale di Taranto e regionale di Bari, il capitano Tamborrino ha avviato una serie di incontri in diversi centri del territorio di propria competenza.
Le piccole truffe, scippi, maltrattamenti in ambito familiare, che sono i reati che a livello nazionale vedono maggiormente le persone della terza età quali principali protagonisti, sono le notizie più angoscianti per loro e vengono vissute dai soggetti interessati con maggiori preoccupazioni.
«In questi territori - ha rilevato il capitano Tamborrino - i reati non sembrano al momento destare eccessive preoccupazioni. Ciò non deve far abbassare a noi la guardia ed alla comunità far trascurare il fenomeno sempre insidioso. Piccoli accorgimenti, invece, adottati da parte degli anziani consentono di evitare quelle truffe, che si traducono in seri traumi in chi li subisce».
Attenzione, insomma, a chi si presenta in giacca e cravatta e con atteggiamenti rassicuranti con frasi "siamo del telefono o del gas", "Buongiorno sono una sensitiva posso aiutarla" oppure "dobbiamo controllare l'autenticità delle banconote" dopo aver ritirato la pensione.
«Si deve chiamare in questi casi subito il 112. Il numero telefonico di facile utilizzo, è il contatto più immediato con i Carabinieri - ha sottolineato Tamborrino - ed una pattuglia controllerà immediatamente la segnalazione. Non si abbia timore ad utilizzarlo: è meglio un falso allarme che subire azioni truffaldine».
«In cinque anni - ha evidenziato il maresciallo Barbuzza - a Montemesola si sono verificati dieci casi di questo tipo. Tutti perpetrati da un gruppo di nomadi, che sono stati identificati e acciuffati, grazie anche alle segnalazioni ricevute. Da allora, però, le segnalazioni in Caserma si sono ridotte notevolmente e, ciò, comporta maggiori difficoltà nel controllo del territorio».
Il continuo e costante rapporto con la Stazione locale ed il ricorso al 112 costituiscono, quindi, le migliori azioni di contrasto verso questi detestabili reati.
Paolo Lerario
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su