Marco Rossi in lacrime «Mamma non c’entro»

di Giovanni Longo e Massimiliano Scagliarini

BARI - Piangono tutti. Finiscono nei guai, e allora chiamano la mamma. Sicuri quando si tratta di perdere una partita in cambio di soldi, fragili quando scoprono all’improvviso che rischiano il carcere. Perché quelli che hanno truccato il calcio, a Bari, sono una banda di ragazzini.

Andrea Masiello, che la procura ritiene il capo, ha 26 anni appena compiuti. È finito in carcere dove ha passato le prime due notti piangendo, a pochi passi dal suo amico Fabio Giacobbe che ha trent’anni e sognava una carriera del cinema. Ventisei anni ha Simone Bentivoglio, che nell’interrogatorio ha tentato di fare melina irritando il magistrato. E appena 24 anni ha Marco Rossi, difensore centrale, indagato per la (mancata) combine di Palermo. Quando i pm lo convocano, se la fa quasi sotto e telefona alla madre, in una intercettazione che gli investigatori giudicano «estremamente rilevante». Praticamente una confessione.

MADRE: «Cos'è, cosa ti han chiesto a Bari?».

ROSSI: «Mi han fatto le domande su tutte le partite che... che sono state citate. Ho detto quello che sapevo perchè ero persona informata sui fatti, io sapevo tutto ma non ho fatto niente. ...E poi ho parlato col procuratore e ha detto che queste cose qua, che stanno sui giornali, sono tutte cacate... Che non è vero...».

M: «Perà Nan... Adesso stai calmo e adesso chiama chiama il pà, tranquillizzalo perché dulcis in fundo sai che c’è quel medico di Cesena che lavora con lui... Oggi è venuto a lavorare e ha detto che ieri sera è andato a cena con un amico del direttore lì del Cesena, e che ti han già considerato colpevole che adesso ti tagliano fuori... e che sicuramente andrai in tribuna, non lo so io ti dico quello che ha detto questo medico...».

R: «Però non è così... In Bari-Palermo mi hanno messo in mezzo anche a me ma io sono sono un c... in me... Però ovviamente adesso sicuramente mi daranno una squalifica qualcosa, se a Masiello daranno un anno a me non so se mi daranno un anno o sei mesi o quello che è però cioè purtroppo sarà così adesso fino a giugno giocherò ma non rischio... Non rischio niente di più...».

M: «Però te non hai preso niente?».

R: «No, mi hanno messo in mezzo».

M: «E perché?».

R: Purtroppo tutti hanno parlato e ora ho parlato anche io prima che fosse troppo tardi perché così mi ha consigliato l’avvocato, io non sapevo a chi chiedere consiglio, perché se chiedevo a voi io sapevo che finiva così... Non mi parla più vedi così (piange)... Cioè non sapevo a chi chiedere io (piange)... E non ho potuto parlarti fino a ora perché comunque sapevo cioè era intercettato il telefono».

Mentre parla (e piange) Rossi sta guidando. Così il telefono lo prende la sua fidanzata, Cristina: è lei a spiegare ciò che è successo alla madre. «Alla fine praticamente gli hanno messo in mano questi soldi che non sono neanche tutti i soldi che dicono e quindi probabilmente è stato proprio tirato in mezzo... Cioè lui sapeva 30.000 euro ma non ha neanche contato».

MADRE: «Ma non ho capito, perché gli hanno messo in mano i soldi?».

CRISTINA: «Allora è stato così. Masiello è andato per l’ennesima volta perché non era la prima volta che andava a rompergli le scatole. È andato a chiedergli: dai c’è questa combine, facciamo tutto tranquillo e sono soldi che investiremo all’estero cioè che scommetteranno all’estero (...). Marco secondo me, e comunque in parte è vero, si è lasciato convincere innanzitutto da Masiello che lo rassicurava, poi dal fatto che i tifosi li minacciavano un giorno sì e l’altro pure... E questo Iacovelli gli ha dato questi soldi...».

M: «Però ragazzi questa è una cosa grave».

C: «È gravissima ma io non lo sto giustificando a Marco... Comunque sia lui questi soldi non li ha neanche contati, li ha posati, ha giocato però fortunatamente lui ha giocato per vincere la partita, non per perderla, è a suo favore».

M: «Ma i soldi poi li ha ridati?».

C: «Sì sì li ha ridati... Quindi poi da questo punto di vista i magistrati vedranno che non stava dicendo una bugia e poi basta. Poi ha ridato i soldi e Masiello è andato di nuovo a chiedergli altre volte di partecipare. Ma lui ha sempre detto no. Sia il derby che la partita con il Bologna».

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