FOGGIA - È stata una vita da vera "Primula rossa", costellata da latitanze e catture movimentate quella del presunto capo clan del Gargano Francesco, "Ciccillo", Li Bergolis (noto anche come Libergolis), 62 anni, protagonista di una faida sanguinosa che ha costellato di omicidi il Gargano ma con propaggini anche in altre regioni d'Italia.
Più volte Libergolis è riuscito a sfuggire alla cattura disposta dalla magistratura e più volte è stato arrestato nei suoi rifugi. Uno dei primi movimentati arresti risale al marzo '82 quando fu catturato dai Carabinieri in una masseria del Gargano: anche allora era ricercato da circa un anno per tentativo di omicidio.
Nel '97, latitante da due anni e mezzo, tentò la fuga da una finestra dell'albergo di Vieste nel quale, armato, aveva trovato rifugio, ma dovette rinunciare quando fu ferito di striscio alla coscia destra da uno dei Carabinieri che lo inseguivano: per rintracciare "Ciccillo" i Carabinieri in quella circostanza pedinarono a lungo la moglie e le tre figlie.
Nel '69 su di lui era anche stata posta una taglia perché si era dato alla latitanza dopo essere stato accusato di un duplice omicidio: processato in contumacia, venne poi assolto.
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