FOGGIA - Era ricercato da un anno circa Francesco Li Bergolis (spesso indicato anche come Libergolis), ritenuto a capo di un agguerrito clan mafioso del Gargano.
Insieme con una trentina di persone (quasi tutti ritenuti capiclan) era riuscito a sfuggire alla cattura il 23 giugno 2004 in un'operazione per l'esecuzione di 123 provvedimenti restrittivi nei confronti di persone ritenute affiliate ai clan mafiosi Romito-Li Bergolis e Ciavarella-Tarantino che negli ultimi anni hanno dettato legge a Cagnano Varano, Manfredonia, Sannicandro Garganico, Monte Sant'Angelo, San Marco in Lamis e San Giovanni Rotondo, con una sanguinosa e spietata faida che in 30 anni ha prodotto oltre una quarantina di omicidi e una cinquantina di ferimenti.
Sempre nel giugno 2004, ai clan del Gargano vennero sequestrati beni per 25 milioni di euro: secondo gli inquirenti, il clan Li Bergolis in particolare aveva avviato un'attività imprenditoriale per riciclare il danaro ricavato dalle estorsioni e dal traffico di droga. Per questo venne confiscato al capoclan, ormai latitante, "Ciccillo" Li Bergolis un immobile del valore di 2,5 milioni di euro per il quale era stato anche chiesto il condono edilizio: all'immobile di Francesco Li Bergolis erano stati infatti compiuti lavori di sopraelevazione con i quali era stato possibile costruire 12 appartamenti di circa 100 metri quadrati ciascuno.
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