NASSIRIYA (Iraq) - «La ricostruzione del comparto sicurezza iracheno è la priorità» per i militari italiani schierati a Nassiriya: «Abbiamo fatto dei calcoli e possiamo dire che il lavoro è stato completato al 78%», afferma il generale Pietro Costantino comandante dell'Italian Joint Task Force Iraq.
Ma sui tempi che mancano per completare l'addestramento, su quanto ci vuole per colmare questo 22%, Costantino non si sbilancia. «Non si può dare una risposta certa. Dipende. Comunque, io non mi pongo il problema di quanto tempo: un mese o 12 anni, per noi militari è la stessa cosa. Abbiamo una missione e dobbiamo assolverne i compiti».
Secondo le previsioni del comando del contingente, tuttavia, entro dicembre 2005 saranno pronti e addestrati tutti i 9 mila 669 poliziotti della provincia, così come entro inizio 2006 la brigata del neocostituito esercito iracheno di stanza a Nassiriya sarà pronta ad entrare in azione. Date a parte, il comandante del contingente italiano sottolinea il successo della missione militare italiana. «Abbiamo dimostrato - dice - che esiste una via italiana al peace keeping: quello che contraddistingue il militare italiano è immedesimarsi con la popolazione, senza nessuna arroganza: lo possiamo fare perché alle nostre spalle ci sono 2000 anni di civiltà».
Per quanto riguarda la situazione della sicurezza, il generale Costantino sottolinea che «la criminalità è in calo perché ci sono diverse migliaia di poliziotti iracheni, addestrati da noi, che controllano il territorio. Rispetto a due anni fa, quando ero sempre in Iraq, ho trovato una realtà veramente soddisfacente: questo Paese, che era un cadavere in decomposizione, ha ripreso vita. Certo ancora barcolla e ci vorranno anni, se non decenni, affinché riesca a camminare saldamente sulle proprie gambe».
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