PALERMO - Il neo ministro allo Sviluppo, Gianfranco Miccichè, è stato il vice di Giulio Tremonti e poi di Domenico Siniscalco. Solo poche settimane fa ha lasciato la guida di Forza Italia in Sicilia, sostituito da Angelino Alfano, dopo che nel 2001 fu l'artefice, nell'Isola, del grande risultato ottenuto dalla Cdl, che conquistò i 61 seggi dell'uninominale.
Palermitano, 51 anni appena compiuti, con due figlie, Miccichè è alla terza legislatura alla Camera, eletto nella circoscrizione proporzionale Sicilia 1. Al ministero per l'Economia ha avuto la delega per il Sud.
Ex uomo di Pubblitalia, molto legato a Marcello Dell'Utri, Miccichè si affaccia per la prima volta in politica nel '94. Due anni dopo sfida Leoluca Orlando per la poltrona di sindaco di Palermo, ma perde, mentre nello stesso anno si prende una rivincita alla Regione siciliana, portando alla presidenza Giuseppe Provenzano, eletto nelle liste di Forza Italia.
In quella legislatura l'esperienza alla Regione si concluse con un ribaltone del Centrosinistra e un controribaltone che ebbe come regista ancora Miccichè, il quale riuscì a portare nel Centrodestra l'allora assessore all'Agricoltura Salvatore Cuffaro, che nel 2001 sfidò Orlando e fu il primo presidente della Regione eletto direttamente dal popolo.
Descritto come un uomo dal carattere impulsivo, il giorno della nascita del governo Cuffaro «bocciò» l'esecutivo definendolo di «basso profilo». Ma la polemica durò poche ore. Più lungo fu invece il braccio di ferro con l'attuale presidente della Provincia Francesco Musotto, al quale nel 2001 Miccichè negò la candidatura a sindaco di Palermo, preferendogli l'attuale primo cittadino, Diego Cammarata. Musotto, in rotta con il neo ministro, fece una propria lista e accusò Miccichè di comportarsi da padre padrone dentro Forza Italia. Ma due anni dopo il dissidio, mediato anche da Silvio Berlusconi, rientrò e Musotto fu rieletto alla guida della Provincia.
Ma il «capolavoro» politico di Miccichè venne realizzato con le politiche del 2001, quando il neo ministro riuscì a portare alla Casa della libertà tutti i seggi siciliani, passando alla storia come l'uomo del «61 a 0».
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