ROMA - «Conoscendo il carattere schivo e la semplicità dell'uomo, mi disturbava, andando a San Pietro, tutta la pomposità del funerale». Il rabbino Elio Toaff commenta così, in una intervista, le esequie di Karol Wojtyla. «In altre parole - continua - posso dire che sentivo che qualcosa era come non giusto. Avrei pensato che doveva essere un funerale molto più modesto, senza decine di migliaia di persone. Certamente - osserva Toaff - tutte quelle persone rappresentavano un omaggio al Papa, ma ho avuto l'impressione che giovasse di più a chi partecipava senza aumentare in alcun modo il prestigio del Pontefice».
A impressionare di più Toaff sono stati i canti. «Erano davvero impressionanti perché si sentivano fatti con il cuore e non con la bocca». Poi un ulteriore cenno alla grande folla: è stato «l'impulso buono di rendere omaggio a un Papa amico degli uomini e del popolo. È la prima volta che c'è un movimento così enorme».
Toaff si sofferma infine sulle richieste, venute dalla piazza, di una veloce santificazione del Papa. «Noi ebrei, santi non ne abbiamo e quindi non posso dire niente di questa aspirazione. Certamente lui aveva tutto per essere un ottimo Papa e un esempio».
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