ROMA - «Mi ha fatto un grande piacere. Non me l'aspettavo assolutamente. Questo vuol dire che l'affetto che provavo per lui era ricambiato». Così il rabbino emerito di Roma Elio Toaff commenta la notizia di essere presente nel testamento di Papa Wojtyla.
«E' stato un grande Papa - ha ribadito Toaff -. La sua politica era quella di ricercare di abbattere gli ostacoli tra le varie religioni».
«Sarà difficile sostituirlo - ha aggiunto - ma spero di sbagliarmi». Toaff non è ancora sicuro di partecipare ai funerali: «Se devo andare in mezzo alla folla alla mia età, è difficile...».
«Di questo gesto del Papa - ha proseguito Toaff - mi ricorderò sempre finché campo. E di questo sono veramente grato al pontefice».
Il rabbino capo emerito di Roma ha poi definito la visita del papa nel Tempio maggiore nel 1986 come «indelebile nella sua mente». «Quello fu l'inizio di un rapporto di amicizia e di stima. Quando è entrato in Sinagoga tutti quei pregiudizi accumulati nei secoli sono stati annullati. Più di questo non si poteva ottenere».
Toaff ha poi detto di aver contattato, prime della storica visita, tutti i rabbini europei per avere il loro parere: «nessuno, e anche in questo caso c'è stata una mano..., ha detto di no».
«Non sapevo cosa avrebbe detto il papa nel suo intervento e per questo - ha ricordato - ero titubante, ma poi fece quel discorso meraviglioso chiamandoci 'Fratelli maggiori'».
Toaff ha quindi spiegato il gesto che ha fatto nel corso della visita alle spoglie del pontefice quando ha alzato la mano come a benedire. «Al tempo stesso - ha detto - ho recitato una preghiera in ebraico per i defunti che vuol dire: 'Dio ti dia riposo e ti avvii verso la resurrezione'».
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