ROMA - Ci mette la faccia, Gianfranco Fini, sulla sconfitta cocente della Cdl a queste regionali. Per tutto il giorno il leader di An sta chiuso a via della Scrofa con il suo partito a leggere i dati elettorali, senza parlare. «Il governo è politicamente più debole. Ciò non vuol dire che si debba dimettere ma la maggioranza deve serrare i ranghi e discutere le ragioni di questa sconfitta», dice quando ormai è quasi mezzanotte, seduto nel salotto di Bruno Vespa a 'Porta a Portà. Perché «la vittoria del centrosinistra è inequivocabile». E allora per il vicepremier è «un dovere assumersi le proprie responsabilità con gli italiani». «Non si deve mettere la testa sotto la sabbia, servono realismo, umiltà e serietà», ammonisce ora il leader di An. E poi guarda dritto alle ragioni della sconfitta. «Alla maggioranza che sostiene il governo - dice - è stato mandato un segnale inequivocabile, un campanello d'allarme. Ci hanno detto: c'è qualcosa nella vostra azione che non ci convince. Esistono realtà economiche e sociali che meritano maggiore attenzione da parte del governo: contratto degli statali, problema del Mezzogiorno... Se le uniche Regioni in cui teniamo sono la Lombardia e il Veneto, allora si pone un problema...no dei problemi della Cdl è rappresentato dalla percezione di una alleanza decentrata verso il Nord».
Si è perso, e solo comprendendo gli errori commessi si può sperare di farcela nel 2006. Ma per Fini «è sbagliato dire che la prossima volta andrà diversamente perché scenderemo in campo noi...». «Non hanno perso solo i governatori - aggiunge - e la responsabilità è di Berlusconi, di Fini, di Follini, di Bossi...Si vince e si perde tutti insieme». Poche parole per liquidare Alessandra Mussolini ("un grande bluff di questa campagna elettorale") e tracciare la strada per il futuro: «Non abbiamo perso perché non abbiamo fatto le alleanze - sostiene Fini - ma perché oggi si è privilegiato il centrosinistra». An per prima, assicura Fini «cercherà ora di riagganciare rapporti con quegli elettori che hanno fatto capire alla Cdl che non ha piu la maggioranza nel paese se non cambia indirizzo». Fini chiude con ottimismo: «Da qui ad un anno - dice - la partita è ancora tutta da giocare. Credo si possa battere il centrosinistra, non dicendo che c'è un pericolo comunista o fascista. Bisogna togliere di mezzo il dato ideologico».
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