NEW DELHI - Anche l'India, dove i cattolici sono una piccola minoranza, si ferma in segno di lutto per la morte Giovanni Paolo II, il difensore degli ultimi, dei poveri, di chi soffre. Il governo di Delhi deciso tre giorni di lutto: annullate tutte le cerimonie ufficiali, bandiere a mezz'asta in tutti gli uffici pubblici. Alcuni giornali non hanno fatto a tempo a pubblicare la notizia, ma i loro siti internet aprono con la notizia e danno la possibilità di inviare messaggi di cordoglio on line. Le reti televisive all news in inglese seguono continuamente l'evento con notizie e servizi, mentre quelle in hindi hanno solo dato la notizia. Tutte le massime cariche civili e religiose hanno espresso il loro dolore per la morte del Pontefice. Il presidente indiano Abdul Kalam si è dichiarato profondamente rattristato per la morte del Papa. «Il mondo - ha detto Kalam - ha perso un leader della Chiesa e un uomo di Stato che attraverso la sua vita ha lavorato per la dignità umana, per la libertà e per i poveri e gli oppressi. Ha sempre lavorato per la pace sul pianeta e per stabilire un ordine internazione basato sulla giustizia e sulla pace». Per il primo ministro indiano Manmohan Singh, Giovanni Paolo II era il «Papa della gente» un atteggiamento che lo ha reso caro agli indiani quando ha avviato il processo di beatificazione di Madre Teresa. Per il primo ministro indiano «è stato un grande riconciliatore tra le religioni e un umanista». Non solo il governo indiano, ma anche quello pakistano ha inviato messaggi di cordoglio. Il presidente Pervez Musharraf e il primo ministro Shaukat Aziz, a nome di tutto il Paese, hanno espresso le loro condoglianze sulla morte del Papa. Musharraff, che si è detto profondamente addolorato per l' accaduto e ha inviato le condoglianze «ai fratelli cristiani del Pakistan e del mondo», ha detto che il pontefice ha reso un importante servizio alla pace e ha riavvicinato le persone appartenenti a differenti religiosi. Anche il Dalai Lama, che già ieri aveva inviato un messaggio di augurio al pontefice, ha partecipato al dolore dei cristiani per la morte del Papa. Il capo dei buddisti tibetani si è detto profondamente addolorato per la morte di un uomo molto vicino al problema dei tibetani. Il Dalai Lama ha detto che il Papa «era una persona determinata e profondamente spirituale per la quale avevo rispetto e ammirazione». L'India piange il Papa da nord a sud. L'esempio delle suore di Madre Teresa di Calcutta (la cui madre generale Suor Firmala parteciperà ai funerali a Roma), che hanno pregato tutta la notte, è stato seguito dalle comunità cristiane del sud e dalle varie piccole comunità del nord. Anche nella città santa dei Sikh, ad Amristar, nel Punjab, la scorsa notte i fedeli si sono riuniti in preghiera nell'unica chiesa della città. L'affetto degli indiani con il Papa, già grande per le due visite effettuate dal pontefice nel subcontinente e per l'ammirazione nei confronti di Madre Teresa, è aumentata quando si è diffusa la notizia che il pontefice, in uno dei suoi ultimi atti, forse l'ultimo lo scorso venerdì, ha nominato tre nuovi vescovi indiani.
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