Il cardinale Camillo Ruini nell'omelia pronunciata nel corso della messa nella Basilica di San Giovanni in Laterano: il Papa già vede e già tocca il Signore
ROMA - «Egli in queste ore di sofferenza, come prima in tutto il suo instancabile ministero, già vede e già tocca il Signore. Già è unito al nostro unico Salvatore». Lo ha detto il cardinal Camillo Ruini nell'omelia pronunciata nel corso della messa nella Basilica di San Giovanni in Laterano.
«Giovanni Paolo II - ha detto Ruini - sta affrontando la prova più difficile della sua lunga e straordinaria vita, e la affronta e la vive con quella stessa intima serenità e abbandono fiducioso nelle mani di Dio con cui ha sempre vissuto, lavorato, sofferto, gioito. In queste ore, egli è più che mai il nostro Papa, il Vicario di quel Cristo che ci ha redenti con la sua passione, il servo dei servi di Dio, che è il titolo pontificio da lui tra tutti più amato».
La liturgia di oggi - sottolinea il cardinale - «ci parla della resurrezione, di Cristo risorto dai morti che si è fatto vedere e toccare dai suoi discepoli e così li ha condotti alla fede. Questa è anche la fede del nostro Papa. Una fede così forte e così piena, un'esperienza di Dio così intensamente vissuta».
La certezza e la gioia, rileva Ruini, «che danno il tono a tutta la liturgia di questa settimana si addicono, contrariamente alle apparenze, alla sofferenza del Papa e alla nostra preghiera per lui. Sono la certezza e la gioia della Pasqua del Signore, della vita che vince la morte, del perdono che cancella il peccato».
Perciò, «riandando con la memoria a questi quasi 27 anni di pontificato - dice Ruini - siamo afferrati da una gratitudine immensa verso l'uomo Karol Wojtyla e verso Dio che ce lo ha donato. E ora, mentre preghiamo per lui, ci affidiamo anche noi, come Lui, alla volontà del Signore, a quella divina misericordia, in cui Karol Wojtyla ha sempre confidato, a quella Madre di Gesù a cui Egli si è totalmente consacrato.
Così la nostra speranza - conclude il cardinale - non sarà delusa e il vincolo di amore che ci unisce al nostro Papa in ogni caso non sarà spezzato».
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