ROMA - Molti hanno trascorso la notte in preghiera, con il rosario in mano. In piazza San Pietro o riuniti nelle case. Altri stanno davanti ad un computer per raccogliere via Internet i messaggi dei tanti amici che scrivono da tutto il mondo per chiedere notizie, mandare le loro preghiere, esprimere il loro affetto. Sono i «papaboys», i ragazzi del papa, che lo hanno seguito fedelmente nelle Giornate Mondiali della Gioventù e in numerose altre iniziative. Da Roma, dal loro sito www.papaboys.it, come informa l'agenzia vaticana Fides, hanno chiesto a tutti i giovani sparsi nei cinque continenti «una preghiera per il Santo Padre, una preghiera con il Rosario in mano, in unione spirituale con Papa Karol, nell'intimità che solo Gesù Cristo sa consegnare ai cuori del mondo».
I papaboys scrivono: «Vi chiediamo, cari amici, di unirvi in una preghiera incessante per il nostro amato Papa: perché sia Cristo ad accompagnarlo passo dopo passo, istante per istante, fino a spalancare a Lui, le porte che il Papa stesso ha voluto spalancare a ciascuno di noi».
Intanto giungono da diversi paesi europei e soprattutto dall'America messaggi di giovani che hanno partecipato alle Giornata mondiale della Gioventui: «Vogliamo portare un abbraccio ideale al Papa», dicono alcuni studenti di New York. Numerosi giovani dal Messico, dall'Argentina e altri paesi del Sudamerica stanno inviando messaggi di solidarietà e pregano di potere vedere il Papa alla Giornata mondiale della Gioventù di Colonia. «Gli siamo vicini e gli vogliamo bene, è il nostro papà», affermano. «Dio resti sempre con Lui».
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