ROMA - Le voci che si rincorrono da qualche giorno sulla presunta presenza di un quarto uomo nella Toyota che trasportava Giuliana Sgrena all' aeroporto di Baghdad non hanno lasciato indifferenti i magistrati della procura di Roma. Nel fitto reticolo di misteri che circonda tutta la vicenda culminata con l' uccisione di Nicola Calipari, del ferimento della giornalista del Manifesto e di un agente del Sismi, anche questo aspetto sarà approfondito.
Agli atti dell' inchiesta, tuttavia, nessun elemento conduce all' ipotesi del quarto uomo. Le stesse persone rimaste ferite, e Pier Scolari, il compagno della Sgrena che ha raccolto le prime parole della donna, quando hanno parlato dei componenti a bordo della Toyota, hanno riferito che c' erano tre persone. La presenza di un quarto passeggero, ma solo nel caso in cui si trovasse accanto al conducente (Sgrena e Calipari erano posizionati sul sedile posteriore), sembra esclusa anche dalle foto in possesso degli inquirenti. Su sedile anteriore infatti destro ci sono alcuni fori di proiettile, ma nessuna macchia di sangue. In ogni caso l'auto dovrebbe arrivare in Italia, ed essere nella disponibilità dei pm romani, non prima di sabato prossimo. I pm Franco Ionta, Pietro Saviotti ed Erminio Amelio, che prossimamente dovrebbero risentire la giornalista in merito alle voci fuori campo che si sentono nel video diffuso ieri, potrebbero tornare anche su questo argomento. Oggi, nel corso di un vertice tra pm, oltre ad un punto della situazione e ad una divisione dei compiti, sono state esaminate proprio le foto della vettura presa di mira dai soldati americani ed inviate dai carabinieri che si trovano a Baghdad.
Dalle istantanee si notano una decina di buchi, ma un calcolo preciso dei colpi sparati non è, al momento, possibile poichè alcuni vetri sono rotti. Solo l' esame del veicolo, che dovrebbe arrivare a Roma per il fine settimana, potrà dare risposte certe sul volume di fuoco abbattutosi sull' auto. Nel corso della riunione di oggi, i magistrati hanno deciso inoltre di riconvocare in procura Simona Torretta e Simona Pari. Il loro interrogatorio era da tempo programmato, dopo il primo faccia a faccia con gli inquirenti seguito alla loro liberazione, ma le recenti dichiarazioni di Torretta, la quale per la prima volta ha parlato della presenza di Nicola Calipari anche in occasione del loro rilascio, hanno preso in contropiede gli inquirenti. Alle due volontarie sarà quindi chiesto il motivo per il quale non hanno accennato precedentemente al ruolo di Calipari durante la loro liberazione. E particolari su questa circostanza saranno chiesti anche a Maurizio Scelli, il commissario straordinario della Croce Rossa che gestì i contatti con un mediatore dei sequestratori, ed il suo collaboratore, il medico iracheno Nawar Al Rawas.
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