BOLOGNA - Il blocco del nodo autostradale di Bologna, in atto dalla tarda serata di ieri, provocato dall' esplosione di un'autocisterna carica di Gpl in seguito a un tamponamento, richiama l'episodio del 22 novembre scorso, che, sempre nel capoluogo emiliano, coinvolse un'autobotte e provocò la paralisi del traffico per oltre 17 ore.
Quel pomeriggio, poco dopo le 15.30, il gas liquido cominciato a uscire dalla botte dopo lo scontro con un furgone nel tratto di A14 che corre parallelo alla tangenziale, fra le uscite dell'aeroporto Marconi e del quartiere Lame, costrinse la società Autostrade per l'Italia e la Polstrada a chiudere man mano la A14 in tutto il tratto bolognese, da Casalecchio a San Lazzaro di Savena, la tangenziale, il ramo di collegamento tra Autosole e A14, ma anche la A13 Padova-Bologna da Ferrara all'uscita bolognese dell'Arcoveggio, per non gravare su una circolazione già molto intensa. Il traffico leggero e pesante si riversò così sulla via Emilia e sulla viabilità ordinaria, creando lunghi serpentoni di veicoli fino alla notte anche sui viali di circonvallazione che delimitano il centro cittadino, dove non è usuale vedere file di Tir in marcia a passo d'uomo.
Per molte ore fu mobilitazione generale di forze dell' ordine, polizia municipale, vigili del fuoco, con l'intervento di squadre specializzate giunte da Marghera e Ferrara per il travaso del gas, molto infiammabile e pericoloso. In serata vennero evacuati a scopo precauzionale due stabili, tra cui un hotel, situati a ridosso della tangenziale. L'emergenza cominciò ad allentarsi verso le 9 del mattino successivo, quando la A14 fu riaperta verso sud. Poco prima erano state gradualmente riaperte la A14 verso nord, la A13 e la tangenziale nei due sensi di marcia. Nella tarda mattinata del 23 novembre la circolazione in città aveva finalmente ripreso l'aspetto di tutti i giorni.
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