ROMA - Il Protocollo di Kyoto è un trattato internazionale che ha come obiettivo la salvaguardia del clima attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra. Firmato nell'omonima cittadina giapponese nel dicembre del 1997, impegna i paesi industrializzati a tagliare entro il 2008-2012 almeno il 5%, rispetto ai livelli del 1990, la produzione di anidride carbonica (CO2) ma anche di metano, ozono, protossido d'azoto e clorofluorocarburi, responsabili di surriscaldare l'atmosfera del Pianeta. Secondo gli scienziati, infatti, negli ultimi 150 anni le temperature sono aumentate di 0,5 gradi e stanno aumentando di 0,1 gradi ogni 10 anni a causa dell'aumento delle concentrazioni di CO2 nell'atmosfera provocato dalle attività umane (produzione di energia, trasporti etc.).
Ad oggi Kyoto è stato ratificato da un totale di 141 paesi, rappresentanti in termini numerici, il 75% dei Paesi aderenti alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e rappresentanti, in termini di quota di emissione, il 61,6% delle emissioni dei Paesi industrializzati.
Il sì di Mosca è stato decisivo
Il trattato sul clima è diventato operativo in quanto è stato ratificato da almeno 55 paesi aderenti alla Convenzione quadro sul clima delle Nazioni Unite che hanno nel complesso almeno il 55% delle emissioni totali del '90. Decisivo è stato il sì di Mosca che lo ha ratificato il 30 settembre 2003. L'Italia invece aveva ratificato già nel 2002 e si è data un Piano Nazionale di riduzione della CO2 approvato dal Cipe nel dicembre 2002.
Il Protocollo stabilisce le strategie per contrastare l'aumento delle temperature e obiettivi di riduzione diversi a seconda dei paesi. Resta però aperto il problema degli Stati Uniti, i maggiori inquinatori del Pianeta con il 24% delle emissioni di CO2 totali che si sono chiamati fuori dall'accordo dichiarando che «Kyoto è morto» e annunciando misure volontarie per ridurre i gas serra. Senza la partecipazione di Usa ed Australia che non hanno ratificato il Protocollo la riduzione globale delle emissioni si attesterà invece che al 5% a circa il 3,5%.
Secondo numerosi scienziati, senza gli interventi previsti dal protocollo di Kyoto la terra potrebbe «scottare» fino a 5,8 gradi in più entro la fine del secolo. Per l'Ipcc, il panel di esperti che valuta gli studi sui cambiamenti climatici, il rischio è che entro fine secolo la temperatura della terra possa crescere fino a 5,8 gradi provocando fra l'altro lo scioglimento dei ghiacciai e l'innalzamento fino ad 80 cm del livello del mare. Gli sconvolgimenti climatici potrebbero anche accrescere gli eventi estremi come alluvioni e uragani con costi sociali ed economici devastanti.
Queste le riduzioni e gli aumenti previsti per ogni paese europeo in base al protocollo di Kyoto.
Austria - 13%, Belgio - 7,5%, Danimarca - 21%, Finlandia 0%, Francia 0%, Germania - 21%, Grecia + 25%, Irlanda + 13%, Italia - 6,5%, Lussemburgo - 28%, Olanda - 6%, Portogallo + 27%, Spagna + 15%, Svezia + 4%, Regno Unito - 12,5%, TOTALE EUROPA - 8%.
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