«Il principio alla base del calcolo condiviso Grid - spiega l'Esa - è piuttosto semplice: una batteria di calcolatori fanno meglio e più velocemente qualsiasi cosa che un singolo computer possa fare da solo.
I membri della batteria di computer non devono necessariamente essere nello stesso edificio. E neppure nello stesso paese o nel medesimo continente. Tutto ciò che conta è che siano in rete fra loro».
Ma non è tutto. «Una rete di calcolatori geograficamente dispersa, o distribuita, permette - prosegue l'Esa - di offrire agli utenti l'accesso a servizi di calcolo avanzato, a potenza di calcolo, a memorie estese, consentendo la soluzione di compiti estremamente complessi, che andrebbero ben oltre la portata del singolo calcolatore o di una rete locale».
«Il termine Grid è stato mutuato dal modo con cui funzionano le reti elettriche. - ricorda dal canto suo Domenico Laforenza, dell'Istituto di Tecnologia e Scienza del'Informazione del Cnr di Pisa - Nessuno ha bisogno di sapere da dove venga l'elettricità o come sia trasmessa, basta il fatto che sia lì e che si possa usare. Il Grid ci permette di dire la stessa cosa della potenza di calcolo».
Tipi diversi di Grid sono già usati da vari istituti di ricerca, come per esempio l'Enea, che ha una rete di calcolo condiviso che collega 12 dei suoi siti distribuiti nel paese, mentre il Cnr coordina un progetto a livello nazionale che mette in rete 20 siti con 1.400 nodi e 2.800 processori.
Su scala ancora maggiore, il progetto Egee (Enabling Grids for E-science), supportato dalla Commissione Europea, ha lo scopo di realizzare una rete intercontinentale di calcolo condiviso per applicazioni scientifiche. Il progetto, finanziato dalla Commissione Europea con 32 milioni di euro, coinvolge 70 partner distribuiti in 26 paesi.
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