BAGHDAD - I rapimenti come quello di Giuliana Sgrena, a dispetto delle dichiarazioni dei loro autori, «distorcono e diffamano la resistenza del popolo iracheno all'occupazione americana». Lo ha dichiarato stamani a Baghdad uno degli esponenti più autorevoli del Consiglio degli Ulema sunniti, sheikh Abdul Salam al Kubaisi.
Il religioso sunnita ha poi ricordato che il mese scorso il Consiglio degli Ulema aveva emesso una dichiarazione «contro tali azioni e affermando che non devono esserci rapimenti ai danni di giornalisti, ma molti gruppi dall'identità sconosciuta, alcuni dei quali non di natura politica, forse allo scopo di ottenere il pagamento di riscatti, hanno cominciato a compiere sequestri, sostenendo di farlo come parte della resistenza, il cui nome in realtà diffamano e distorcono».
Riferendosi all'ambiguo preannuncio di due giorni fa del rilascio dell'inviata del Manifesto da parte di un gruppo di supposti rapitori, sheikh al Kubaisi ha poi detto: «Abbiamo ancora i nostri dubbi e non sappiamo se quello che dicono è vero. Crediamo che nessun iracheno attuerebbe un rapimento del genere, soprattutto contro una giornalista che intendeva intervistare la gente di Falluja, vittima dell'occupazione americana».
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