BAGHDAD - BAQUBA - Si è ulteriormente aggravato il bilancio dei due attentati suicidi compiuti oggi a Baquba e a Mosul pressocchè in contemporanea, e comunque con ogni evidenza sincronizzati tra loro. Stando a fonti degli inquirenti, nel complesso hanno perso infatti la vita almeno 27 persone, tutte irachene. L'attacco più grave, il peggiore dalle elezioni generali del 30 gennaio, è stato quello di Baquba, capoluogo della provincia di Diyala situato una sessantina di chilometri a nord-est di Baghdad: una quindicina come minimo i civili straziati dall'esplosione di un'auto-bomba, e diciassette i feriti. Il kamikaze intendeva lanciarsi con la sua vettura contro il quartier generale della polizia cittadina, ma non è riuscito a raggiungerla poichè aveva la strada sbarrata da una barriera protettiva in cemento; a quel punto ha deciso di farsi saltare in aria seduta stante, e l'onda d'urto ha investito soltato semplici passanti.
A Mosul, circa 300 chilometri a nord di Baghdad, non si sarebbe trattato invece di un'auto-bomba, come sostenuto dalle forze dell'ordine, ma di un attentatore mescolatosi alla folla di agenti in coda fuori dal principale ospedale cittadino, ove è stato allestito anche un centro di reclutamento; gli astanti erano in attesa di ricevere la paga e il kamikaze, che sotto un lungo cappotto nascondeva una cintura esplosiva, ha chiesto loro di avvicinarsi per poi far detonare la carica. Dodici i morti, presumibilmente tutti giovani poliziotti, e sei i feriti.
L'attentato è stato rivendicato con un comunicato su Internet dall'Organizzazione di 'al-Qaedà per la Jihad in Iraq, una delle denominazioni dietro cui si celano i miliziani di Abu Mussab al-Zarqawi, luogotenente di Osama bin Laden nel Paese. Nella nota si ricostruisce la dinamica dell'accaduto, che coincide con le dichiarazioni dei superstiti e non con quelle della polizia, escludendo l'utilizzo di una vettura carica di esplosivo.
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