BARI - Una sentenza della Corte di Cassazione ha reso definitive le condanne inflitte nel corso della cosiddetta operazione Sant'Anna, del luglio del 2001, quando fu arrestata una trentina di persone che, secondo gli investigatori, agivano agli ordini del clan Strisciuglio. Tra gli altri, all' epoca, fu arrestato il figlio 26enne di un esponente della famiglia, considerato il vero obiettivo dell' agguato in cui fu ucciso Michele Fazio, il ragazzo di 16 anni che tornava a casa dal lavoro. Il provvedimento cautelare è stato notificato stamattina ad una ventina di persone.
Con questa sentenza la Corte di Cassazione - è stato sottolineato dagli investigatori - ha sancito che a Bari esiste un'associazione mafiosa denominata clan Strisciuglio.
Le accuse formulate dagli inquirenti, a vario titolo, nei confronti delle persone arrestate sono associazione di tipo mafioso aggravata dalla disponibilità di armi, contrabbando di sigarette (dal momento che le indagini risalgono agli anni '99-2000), detenzione di armi, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e spaccio.
Il primo reato, associazione di tipo mafiosa - è stato ancora detto - è connesso a episodi di sangue in cui è coinvolto il clan Strisciuglio. I componenti del clan in quanto tale - secondo gli inquirenti - sono responsabili di vari omicidi che, ad oggi, sono stati confermati da sentenze di primo grado. Tra gli altri, sono stati condannati all' ergastolo Domenico Strisciuglio per l'omicidio di Nicola Ranieri avvenuto nel quartiere di Carbonara nel '98, Sigismondo Strisciuglio per l'omicidio di Vincenzo Caruso, avvenuto nel '98 sempre a Carbonara.
Anche se nelle ordinanze notificate oggi non sono contestati omicidi (questo giustifica l'entità delle pene non particolarmente pensanti) - è stato ancora sottolineato - viene acclarato che i componenti del clan Strisciuglio - come viene confermato anche da altri filoni processuali - sono coinvolti nella maggioranza dei fatti di sangue, o come protagonisti o come vittime, avvenuti negli ultimi anni, dal '98 ad oggi.
Ad uno degli arrestati, Nicola Faccitondo, di 31 anni, di Carbonara, il provvedimento è stato notificato a Viterbo dove l' uomo si trovata per aver accompagnato la moglie di uno dei capi del clan nel carcere per avere un colloquio con il marito.
Marina Bianchi
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