ROMA - L'economia italiana si trova sul «crinale», a cavallo tra la legalità e l'illegalità, dove regnano sommerso ed evasione fiscale. E non solo: per la prima volta dal Dopoguerra «siamo in presenza di un fenomeno di re-flazione, dato dalla successione temporale, nello scenario economico italiano, di elevati tassi di inflazione e di segnali significativi di recessione». E' a tinte fosche la situazione economica italiana dipinta dall'Eurispes nel Rapporto Italia 2005.
Il sommerso, afferma l'istituto «è ormai vicino al 28% del Pil, corrispondente a 302 miliardi di euro» e «l'evasione fiscale ha raggiunto i 134 miliardi di euro nel 2004», ma «l'Eurispes stima che arriveranno a circa 145 nel 2005». «Se non si blocca questa spirale perversa - spiega il presidente Gian Maria Fara - vi è il rischio di dover assistere a una profonda trasformazione della nostra società nella quale a un ristretto ceto di privilegiati si contrapporrà un numero sempre più crescente di quasi poveri».
E proprio su questo fronte, l'Eurispes individua un nuovo tipo di povertà, quello «in giacca e cravatta». Alle oltre 4 milioni 700mila famiglie italiane (circa il 22% del totale) e, quindi, 14 milioni di individui che secondo l'istituto sono «sicuramente poveri o quasi poveri», si aggiunge infatti il fenomeno dei ceti medi in difficoltà, che si rivolgono ai centri della Caritas per le esigenze quotidiane. A giudizio dell'Eurispes, pertanto, «se la situazione economica non migliorerà, sarà possibile assistere a una nuova stagione di rivendicazioni e di proteste difficilmente governabili».
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