ROMA - «Per garantire diritti generali e formali, si inficia il diritto alla sicurezza e, conseguentemente, alla vita»: è il commento del viceministro ai trasporti, on. Mario Tassone, alla decisione della Corte Costituzionale, la quale ha stabilito che i punti possono essere detratti solo al responsabile dell'infrazione e non anche, se questi non è identificato, al proprietario del veicolo.
«Rispetto la decisione della Consulta - ha aggiunto Tassone - ma resto molto perplesso».
«Il ragionamento che si era fatto anche nelle aule parlamentari - ha detto Tassone - è che il proprietario dell'automobile deve essere consapevole della persona alla quale affida il suo veicolo. La filosofia del governo e del Parlamento era quella di una sicurezza stringente, nella valutazione che l'automobile può, per certi versi, essere assimilata a un'arma e, come tale, non può essere lasciata incustodita».
«Ribadisco il massimo rispetto alla sentenza della Corte Costituzionale - ha concluso Tassone - ma non la condivido».
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