BARI - E' ripresa nel pomeriggio, dopo una sospensione, e si è chiusa intorno alle 21 la maratona in consiglio regionale sulla nuova legge elettorale. I lavori riprenderanno domani alle l4: la mattinata sarà dedicata dai gruppi all'esame degli emendamenti presentati, che sono circa 650, 32 dei quali della maggioranza (tra cui il maxi-emendamento con il quale viene totalmente riscritto il testo licenziato dalla commissione affari istituzionali con il voto favorevole del centrosinistra e di due dissidenti della maggioranza). Agli emendamenti si aggiungeranno migliaia di sub-emendamenti annunciati dai gruppi di opposizione.
Il maxi-emendamento prevede lo sbarramento al 4%, la ineleggibilità di sindaci e presidenti di Province, il collegio provinciale, la preferenza unica, il voto disgiunto (presidente e lista) e l'abolizione del listino. L'opposizione non intende però cedere. Michele Losappio (Rifondazione comunista) ha sottolineato che «il maxiribaltone che il centrodestra si appresta a proporre dimostra la paura di perdere le elezioni». Sarebbe, per il Prc, «l'ennesimo atto autoritario ed arrogante». Per Aldo Aloisi (Fi), invece, «il problema non è quello di essere innovativi, ma di assumere responsabilità legislative. La disciplina elettorale va approvata, perché questo è il dovere di un organo legislativo». «Lo sbarramento - secondo Aloisi - vuole stabilire piuttosto una impostazione puntuale. Si chiede la possibilità che culture diverse ma assimilabili possano aggregarsi. Dove è, allora, la truffa. Perché scontrarsi? Si parte e si corre insieme, alcuni arrivano, altri no». Anche Saverio Congedo (An) ha assicurato che «non è una legge di stampo autoritario» e la legge elettorale «va approvata per dare un senso compiuto al processo di riforma avviato con lo statuto regionale adottato da questa Regione». Lo sbarramento - ha ammesso - «resta il nodo politico più ostico, ma è una norma che serve a semplificare il quadro politico, a garantire la governabilità, ad avere effetti positivi sull' azione amministrativa». Angelo Cera (Udc) ha detto di non capire «perchè il centrosinistra pugliese va contro la tendenza nazionale ad aggregare le forze» e ricorda che «Prodi invoca la creazione di un partito unico dell' Ulivo» e che «non c'è stato scandalo alle Europee per gli accorpamenti».
Giovanni Valente (Comunisti italiani) risponde affermando che «l'agibilità democratica in Puglia è minacciata da una legge antidemocratica e truffaldina, difficilmente applicabile, facilmente contestabile, non condivisa dall' intero consiglio, una legge che rischia di mandare la regione molti anni addietro».
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