ROMA - L'Italia continua a essere la più condannata, tra i 46 paesi del Consiglio d'Europa, per violazione dei principi della Convenzione dei diritti dell'uomo: nel 2003 ha totalizzato 103 condanne su un totale di 521 verdetti emessi dalla Corte di Strasburgo, soprattutto a causa della eccessiva durata dei processi e dell'esecuzione forzosa degli sfratti. Il dato è sottolineato dal Procuratore generale della Cassazione, Francesco Favara, nella sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario.
Il numero delle condanne, anche se ci vede sempre in «pole position» registra, dice Favara, «comunque un miglioramento rispetto agli anni precedenti, in particolare il 2000 (con 233 condanne), il 2001 (con 359 condanne), il 2002 (con 325 condanne)». Per quanto riguarda il tipo di violazioni, Favara sottolinea che «l'Italia non presenta casi di violazioni particolarmente gravi (del tipo torture o trattamenti inumani o limitazioni della libertà di espressione "aut similia"), ma comunque si caratterizza per violazioni seriali, in particolare, oltre che nella tematica della durata esorbitante dei procedimenti giudiziari, anche nel campo dell'esecuzione coattiva degli sfratti, della disciplina dei fallimenti, delle espropriazioni per pubblica utilità, del procedimento penale in contumacia».
Sempre a proposito delle condanne per i processi lumaca, Favara non manca di evidenziare come gli indennizzi dovuti ai cittadini danneggiati da questa lungaggine portano con sé il «rischio di causare una fortissima spesa pubblica, rischio al quale occorre ovviare al più presto con riforme strutturali incidenti sul funzionamento della macchina giudiziaria». Il Pg, inoltre, giudica la «legge Pinto», che ha introdotto in Italia il diritto all'indennizzo per i «processi lumaca», come «inidonea ad eliminare le conseguenze delle già constatate violazioni ed a prevenirne altre, nel senso che non sembra possedere l'attitudine a determinare la auspicata accelerazione dei processi». «Eppure - dice Favara - un sistema giudiziario più veloce potrebbe essere un buon volano per l'economia nazionale ed un importante biglietto di visita nello scenario internazionale».
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