Un disastro infinito come infinita è l'ipocrisia e la delusione osservando i comportamenti dell'uomo «civile».
Piuttosto che attivarsi rapidamente per gli aiuti che dovevano essere commisurati al disastro, i «ricchi» mandano aerei a prendere i «loro». Le televisioni si attardano per un biondissimo bimbo svedese che fortuna sua si salva, e restano inascoltati gli appelli dell'Onu per le migliaia di bimbi dagli occhi neri sbarrati sul vuoto del loro futuro. Ma si sa, l'Onu non conta meno male che arriva «superman» Bush che da buon guerriero della pace guiderà gli aiuti.
All'indomani del disastro gli scienziati stigmatizzano l'arretratezza di queste nazioni che non hanno una rete efficiente di allarme è come chiedere a un padre di famiglia di acquistare un computer da Bill Gates, invece di procurare il pane per i suoi figli, preoccuparsi di salvarsi da cento Bhopal e dalla «fede» per divinità contrapposte
Però come sono belle queste spiagge, si dicono i turisti che continuano ad arrivare. Tanto il disastro è stato «ieri», peccato che questi popoli siano così arretrati noi in Italia dopo un terremoto mettiamo subito tutto a posto. Come per alcuni è inspiegabile che paesi, come la Birmania, neghino il disastro o rifiutino gli aiuti. Sono decisamente arretrati, chiusi e «comunisti» direbbe Beppe Braida di Zelig. E a pensare che abbiamo fatto loro tanto bene con decenni di occupazione occidentale, ma non hanno capito niente: piuttosto che seminare il grano pensano alle divinità, alle guerre e a fabbricare missili nucleari.
Meno male che questa volta i cambiamenti climatici non c'entrano, ce la possiamo prendere soltanto con la natura cattiva.
Ignazio Lippolis
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