BARI - Due intimidazioni, compiute a pochi minuti di distanza l'una dall'altra, furono denunciate il 3 novembre 2003 ai carabinieri dall' assessore regionale Pietro Franzoso, arrestato stasera.
Dapprima sconosciuti fecero scoppiare un ordigno rudimentale, forse confezionato con polvere da cava, dinanzi al cancello d' ingresso della villetta in cui abita a Torricella (Taranto). Lo scoppio distrusse il cancello e causò il panico in casa di Franzoso, dove l'intera famiglia stava dormendo. Pochi minuti dopo cinque colpi di pistola furono sparati contro il cancello di ingresso della ditta "Iris", che opera nel settore metalmeccanico, e che è di proprietà della moglie dell' assessore, Vittoria Giannuzzi.
L'ex assessore regionale ha fatto anche parte del pool di esperti, composto da poliziotti e carabinieri e coordinato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto, con il compito di indagare sui alcuni attentati incendiari compiuti a Torricella nella primavera scorsa, uno dei quali ai danni del fratello, Michele, sindaco del paese, al quale fu appiccato il fuoco ad una casa in ristrutturazione.
Lo scorso 20 agosto Michele Franzoso denunciò di aver subito un tentativo di rapina da parte di due persone, i quali in sella ad una motocicletta di grossa cilindrata e con il volto coperto con caschi gli avevano teso un agguato mentre rincasava a tarda ora. Uno dei due, secondo il racconto del primo cittadino ai carabinieri, armato, pretendeva la consegna di denaro che l'uomo avrebbe dovuto avere con sè, ma l'imprenditore rispose di aver appena consegnato l' incasso della sua stazione di rifornimento all' istituto di vigilanza di cui è anche proprietario. I malfattori a quel punto desistettero.
Nell' agosto del 2002 un ordigno rudimentale fu fatto scoppiare sotto la sede del municipio di Torricella.
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