ROMA - L'Italia vive la fase più critica dal dopoguerra: «Da allora ad oggi un insieme di parametri così negativi io non lo ricordo», ha detto il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, chiudendo il seminario del Centrostudi che ha presentato oggi l'aggiornamento del rapporto previsionale 2004-2006.
«Noi ci limitiamo a dare la fotografia delle tendenze che emergono via via per portarle all'attenzione del mondo industriale e poi all'esterno. Ma possiamo dire senza dubbio - ha lamentato - che siamo di fronte a dei veri e profondi problemi strutturali».
«Non dobbiamo fare l'errore - ha detto Montezemolo che ha lasciato l'onore e l'onere di tirare le conclusioni al vicepresidente Andrea Pininfarina - di pensare che i problemi che abbiamo davanti sono di carattere contingente. Quando un paese non cresce da almeno 15 anni, ha una produttività più bassa rispetto ai partner europei, ha degli investimenti che languono, ha una quota di export che scende, ha una produzione stagnante, ha un costo del lavoro più alto degli altri paesi, ha una dimensione aziendale nonostante gli slogan che si mantiene piccola, non è tra i primi 5 investitori europei in Cina ed India, come dobbiamo definire questa situazione?».
Nei giorni scorsi siamo andati a Bruxelles - ha detto Montezemolo - e abbiamo detto che è l'ora di trasferire l'agenda di Lisbona a livello di singoli paesi nazionali. All'interno di ciascuno bisogna individuare le 5 priorità da perseguire ad ogni costo. Dal dopoguerra ad oggi per quanto ci riguarda - ha aggiunto leader degli industriali - un insieme di parametri così negativi non li ricordo. E' vero che sono problemi che vengono da lontano ma abbiamo il dovere di affrontarli con tutte le nostre forze. Dicono che è cominciata la campagna elettorale, ma noi abbiamo il dovere di portare davanti all'attenzione di tutti quelli che sono i problemi del paese, oltre a fare una puntuale e doverosa autocritica al nostro interno».
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