NAPOLI - Un avvertimento a colpi di fucile quattro anni fa contro l'abitazione di Francesco Alfieri. L'uomo rimase illeso nell'agguato probabilmente determinato da una vendetta trasversale, proprio per punire la scelta di pentimento del capo camorra.
In quella occasione sconosciuti fecero fuoco da un'auto con un fucile calibro 12 contro l'abitazione di Piazzolla di Nola, il luogo dove oggi è stato ammazzato Francesco Alfieri. I colpi raggiunsero un balcone al primo piano del villino abitato dallo stesso Alfieri con la moglie e due figlie, a poche decine di metri dalla villa appartenuta in passato al fratello Carmine e poi sottoposta a sequestro.
Gli investigatori, in particolare, ricollegarono l'agguato (pur non escludendo del tutto una matrice estorsiva in considerazione dell'attività commerciale gestita dalla vittima) con l'interrogatorio reso da Carmine Alfieri pochi giorni prima davanti al pm Luigi Gay nell'ambito del processo in corso davanti alla quarta Corte d'Assise di Napoli che aveva imputato il boss della camorra per due omicidi avvenuti nei primi anni Novanta. In quell'occasione erano stati uccisi per un regolamento di conti interno al clan Domenico Balletta e Felice Martinelli.
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