SALO' (BRESCIA) - La luce delle fotoelettriche illumina sguardi stralunati nel campo sportivo di Salò, dove si sono ritrovati dopo la grande paura che ancora impedisce loro di avvicinarsi a casa. Una prima stima dei danni sarà possibile solo oggi, alla luce del sole, ma le conseguenze della scossa di terremoto dell'ottavo grado della scala Mercalli che poco prima di mezzanotte ha fatto tremare tutto il nord Italia erano ben visibili nella zona del Garda Bresciano, anche con il buio della notte.
A Salò, in particolare, dove è crollata parte della torre campanaria della chiesa di San Bernardino, nel centro storico si camminava su un tappeto di calcinacci e vetri rotti; ma anche in Val Sabbia, a Sabbio Chiese, paese di circa 3.000 abitanti in cui la scuola elementare è stata lesionata e 5 famiglie che abitano in centro hanno dovuto trascorrere la notte nella palestra comunale. Al centro di raccolta nel campo sportivo di Salò è stata allestita una tendopoli, dove hanno trovato rifugio alcune decine di persone; altre sono ospitate nella palestra di Barbarano, una frazione del centro del lago di Garda. A bordo del pullman dei «Volontari del Garda» si sono raccolte le denunce dei danni. «Quando è crollato il campanile è arrivato di tutto sulla mia macchina, anche il cane ha avuto una zampa rotta», racconta un salodiano al vigile del fuoco che, pazientemente, annota tutto. Si sparge la voce che in una casa c'è una persona che non è riuscita ad aprire la porta blindata. Falso allarme: «no, sono qui - dice un uomo -, ce l' ho fatta ad uscire dalla finestra ed ho fatto uscire anche gli altri». Le ambulanze corrono per portare i pazienti dell'ospedale di Salò e di una clinica di Fasano, sgombrati in via precauzionale, in quelli di Desenzano e Gavardo. A causa della caduta di calcinacci, dei mobili che venivano sbattuti da una parte all' altra, i feriti lievi sono 5, tutti medicati e dimessi. Pochi, se si pensa che, come ha affermato il capodipartimento della protezione civile, Guido Bertolaso, che compirà oggi un sopralluogo nelle zone colpite, questa è stata «la scossa più forte che si è mai verificata in zona».
Anche a Sabbio Chiese, forse il comune Valsabbino più colpito, alcuni hanno passato la notte in palestra e, lungo la statale che porta verso il Trentino, un paio di famiglie hanno improvvisato un falò. Danni alla casa non ne hanno subiti, ma «abbiamo avuto tanta paura che non ce la facciamo a tornare dentro». Giusy e Roberto, milanesi ma che vivono da 30 anni a Salò, scavano nei precedenti e ricordano il più grave, quello del 1901 che distrusse buona parte delle case affacciate sul Benaco. Ricordano anche che il lungolago, oggi un po' malmesso, nacque proprio da quel disastro. «Fu Giuseppe Zanardelli, ministro bresciano - raccontano - che ne approfittò e fece cominciare i lavori per il lungolago, che prima non esisteva».
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su