Un appello al mondo della scuola, agli istruttori sportivi e agli amministratori locali. E una provocazione: smettere di demonizzare la TV per trasformarla in un'alleata nella lotta contro la sedentarietà e l'obesità infantile
Sport organizzato e attività spontanee di movimento a confronto. Dalla ricerca Coni "Studio delle capacità motorie e del dispendio energetico nei bambini e nei ragazzi della scuola elementare" emerge che il dispendio energetico dei bambini è da attribuire soprattutto alla quantità giornaliera - in ore e in minuti - di attività di movimento svolte con la vita di relazione e con i giochi spontanei. «Pensare quindi di combattere l'obesità e la sedentarietà facendo leva solo sull'invito a iscrivere i propri figli a un'attività sportiva organizzata rischia di essere una strategia inefficace - precisa il prof. Alessandro Donati, dirigente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Coni S.p.a., Area Formazione Medicina e Scienza per lo Sport, ideatore e coordinatore della ricerca -. È importante, invece, che i genitori riflettano sul fatto che l'attività sportiva organizzata, per quanto fondamentale, è solo uno degli elementi che si devono inserire in uno stile di vita complessivamernte corretto dei propri figli. Una strategia vincente contro la sedentarietà e i rischi ad essa legati, come l'ipertensione, la ipercolesterolemia, il sovrappeso e l'obesità, deve necessariamente prevedere, dunque, anche una maggiore cultura del movimento spontaneo, che va favorita in tutti i modi possibili».
In tal senso, sarebbe auspicabile, per il futuro, che i genitori sollecitino sempre di più i propri figli ad assumere comportamenti attivi nell'ambito delle attività quotidiane di movimento (camminare, salire le scale a piedi, svolgere lavori che richiedano impegno fisico compresi piccoli lavori domestici, ecc.) e dei giochi spontanei (svolti in parchi, cortili, ecc.), piuttosto che ritenere di aver risolto ogni problema "parcheggiandoli" presso gli impianti sportivi. « La nostra indicazione- continua il prof. Donati - è che i bambini, oltre a praticare lo sport, debbano essere attivi, a livello di giochi spontanei di movimento, per almeno un'ora e mezza al giorno. Ovviamente occorre prestare attenzione anche a quanto e come mangiano i propri figli e tenere regolarmente sotto controllo il loro peso».
Infine sarebbe altrettanto auspicabile che gli insegnanti di educazione fisica e gli allenatori avessero una migliore preparazione specifica finalizzata alla pratica sportiva di ragazzi in età evolutiva. Gli esercizi proposti dovrebbero essere diretti a stimolare adeguatamente il sistema cardio-respiratorio dei ragazzi e a favorire la realizzazione di esperienze motorie il più possibile diversificate. I ragazzi vanno anche lasciati liberi di muoversi secondo le proprie attitudini, senza bloccarli all'interno di rigidi schemi motori imposti dalla "logica" sportiva tipica degli adulti e riferita ad una sola disciplina. «A questo proposito è molto importante - dichiara Alessandro Donati - sensibilizzare il mondo della scuola a ripotenziare il proprio organico di insegnanti di educazione fisica. La progressiva riduzione del loro numero (non se ne assumono più da molti anni) ha penalizzato proprio le prime fasce di età scolare nelle quali si forma la futura cultura del movimento. A sua volta, il mondo dello sport organizzato, deve realisticamente misurarsi con il dato di fatto per cui tutta l'attività di movimento che i ragazzi dovrebbero svolgere viene interamente scaricata sulle sue spalle, mentre sappiamo che questa attività non basta a far muovere i bambini quanto servirebbe. Dobbiamo rivolgerci anche agli amministratori locali, per concepire almeno i nuovi agglomerati urbani delle città più a misura di bambino e dei suoi bisogni di movimento. Infine, dovremmo forse smettere di demonizzare la tv attribuendole sempre la colpa di essere la grande responsabile dell'obesità infantile. Al contrario, sarebbe meglio sensibilizzare e sollecitare i principali network televisivi affinché inseriscano nei programmi destinati ai bambini e ai ragazzi, accattivanti proposte di giochi spontanei di movimento e di interpretazione divertente dello sport organizzato».
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