PALERMO - Indossava un mantello bianco e una croce rossa sul petto. E da ieri è un "cavaliere templare".

L'investitura di Salvatore Stefio uno dei quattro ex ostaggi italiani in Iraq si è svolta nel pomeriggio durante una cerimonia nella chiesa di San Giovanni dei Napoletani, sede della Commenda di Palermo, edificata tra Cinque e Seicento: al suo interno, diviso a tre navate, i preziosi stucchi di Procopio Serpotta.
«È un momento molto significativo - ha affermato - perché rappresenta un ricongiungimento con la sacralità del tempio e dell'ordine dei Templari a cui tengo molto. Per me che ho vissuto la prigionia in terra islamica i principi dei Templari sono molto sentiti. I cavalieri sono stati un elemento di congiunzione tra il cristianesimo e l'islam in un'ottica di missione di pace».
Insieme a Stefio sono stati insigniti altri sei cavalieri e due scudieri. Fra di loro avvocati, geologi, e una psichiatra. La cerimonia alla quale hanno preso parte anche la moglie dell'ex ostaggio, Emmanuela Nicolosi e il loro figlio, è stata celebrata dal Gran Precettore d'Italia e Commendatore di Palermo, Pietro Testa.
«Da questo momento sarà compito dei cavalieri - dice Testa - diffondere i nostri principi che sono il rispetto, la reciproca fiducia e assistenza, il dovere della carità e la disponibilità verso gli altri».
La "Congregazione dei templari" della quale da ora fa parte Stefio fonda le sue origini nel 1119, a partire da una piccola formazione di nove cavalieri capeggiata dai crociati francesi Ugo des Payens e Goffredo di Saint Omer. Lo scopo dell'iniziativa, ben accolta da Baldovino II Re di Gerusalemme, era quello di proteggere i pellegrini che si recavano in Terra Santa, «lungo le insicure vie che conducono da Gerusalemme al Giordano».
Successivamente i Templari furono i principali difensori degli Stati latini (e non solo), prendendo attivamente parte ai combattimenti. Il nome dell'ordine deriva dal fatto che Re Baldovino posizionò i cavalieri nella moschea di Al-Aqsa, sulla spianata del distrutto tempio di Salomone. I templari ottennero l'approvazione papale, e nel 1128 al Concilio di Troyes fu stabilita per loro una regola, redatta da San Bernardo da Chiaravalle, ispirata alla regola cistercense. Dai «fratelli» Cistercensi, i Templari ereditarono anche il colore del mantello: bianco. La gerarchia all'interno dell'Ordine prevedeva al vertice il maestro, la cui autorità era limitata da un capitolo composto dai dignitari (il siniscalco, il comandante del Regno di Gerusalemme, il drappiere, il comandante delle altre regioni).
L'ordine fu sciolto nel 1312 dal Papa dopo una serie di processi per eresia.
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