ROMA - Il tetto del +2% alle spese dei ministeri inciderà per 1.130 milioni di euro sui consumi intermedi, che valgono 6.829 milioni, e per 800 milioni sugli investimenti fissi, per il quale erano previsti stanziamenti per 3.934 milioni: nel complesso si tratta di riduzioni per 1.930 milioni. E' quanto prevede la specificazione sugli effetti del «tetto del +2%» previsto dalla Finanziaria che il Ragioniere Generale dello Stato Vittorio Grilli ha inviato al Parlamento. Nelle diverse tabelle si fa riferimento a tutti i ministeri indicando stanziamenti e rispettive riduzioni sia per i consumi intermedi (relativi alle voci che non hanno natura obbligatoria) sia per gli investimenti fissi.
Dalla tabella emerge che il tetto ha riguardato un po' tutti. In termini numerici il ministero che rinuncia a più milioni è la Difesa: -781 milioni per i consumi intermedi, -577 per gli investimenti. Le riduzioni minori sono invece per le spese relative al dipartimento della Salute: solo 2 milioni, equamente distribuiti tra consumi e investimenti.
Lo stesso dicastero guidato da Siniscalco dovrà fare delle rinunce pari a 71 milioni per i consumi e a 18 milioni per gli investimenti. Si piazza così al terzo posto dopo il ministero della Difesa e quello degli Interni (-113 milioni per consumi). Per gli investimenti sono alte anche le riduzioni del ministero delle Infrastrutture: rinuncia a 138 milioni sui 399 stanziati, ai quali si aggiungono 12 milioni di riduzioni sui consumi non obbligatori a fronte di 127 stanziati.
Ecco la tabella nella quale vengono riepilogati gli stanziamenti dei vari ministeri e le riduzioni.
Le prime due cifre riguardano i Consumi intermedi (la prima sono gli stanziamenti, la seconda le riduzioni) le altre due cifre riguardano gli Investimenti fissi (la prima sono gli stanziamenti, la seconda le riduzioni). Le cifre si riferiscono a milioni di euro.
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