«Il voto è chiarissimo. L'art.89 rimane così com'è ma viene cassato l'emendamento aggiuntivo che attribuiva al presidente della Repubblica la capacità di decisione su alcune materie in tema di Giustizia, in particolare la grazia, senza la necessità della controfirma del ministro della Giustizia. Veniva fuori un articolo che non ci piaceva, non capisco perché bisogna piangere».
Lo afferma il coordinatore nazionale di An, Ignazio La Russa, dopo il voto in aula che ha creato un certo scompiglio fra le fila dela CdL, visto il voto contro di An. «Certo - aggiunge La Russa - così Sofri resterà in carcere fino a quando non deciderà di proporre la domanda lui o il suo avvocato o il ministro della Giustizia. Mi fa sorridere la sinistra che non si è accorta che votando "no" ha fatto il gioco di An». Sulle «minacce» di dimissioni da parte del ministro delle Riforme, Roberto Calderoli, La Russa ribatte: «dovrebbe essere contento o pensava di spiegare agli elettori della Lega che lui era favorevole a fare uscire alla chetichella Sofri dal carcere?».
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