ROMA - Ad oltre tre mesi dalla liberazione di Salvatore Stefio, Umberto Cupertino e Maurizio Agliana da parte della Delta Force Usa, l' inchiesta della magistratura romana è arrivata ad un punto di svolta. Due carcerieri dell' ultimo gruppo di terroristi che deteneva i tre italiani in una scuola a sud di Baghdad sono indagati per sequestro di persona con finalità di terrorismo.
Nessun legame dei due iracheni, invece, con l' omicidio di Fabrizio Quattrocchi. I due carcerieri hanno ammesso agli americani di aver tenuto in custodia gli italiani per conto di tre sequestratori, e al riguardo avrebbero fatto i loro nomi, per un periodo di quattro-cinque giorni. Il compenso? Pochi dinari, a detta dei due carcerieri che avrebbero anche negato di appartenere ad alcuna organizzazione terroristica.
La svolta per l' inchiesta romana è arrivata grazie alle informazioni girate dagli americani ai magistrati del pool antiterrorismo di Roma. Nel carteggio non ci sono solo i nomi dei due carcerieri arrestati in occasione del blitz del 9 giugno scorso, ma anche quello di un terzo iracheno che, tuttavia, risulterebbe estraneo al rapimento di Stefio, Cupertino ed Agliana.
Il dossier arrivato a piazzale Clodio costituisce una prima, significativa, forma di collaborazione da parte degli americani ai quali i pm Franco Ionta, Pietro Saviotti ed Erminio Amelio si erano rivolti all' indomani della conclusione del sequestro, cominciato il 12 aprile e durato 56 giorni, per avere informazioni sulle persone catturate durante il blitz del 9 giugno e, in particolare, il video girato in quell' occasione. Particolari ritenuti fondamentali per cominciare a risalire ai responsabili del sequestro ed agli appartenenti delle organizzazioni cui i tre italiani sono passati di mano durante quei 56 giorni.
A breve, negli uffici dei pm romani dovrebbero arrivare altre informazioni ed anche le foto dei due carcerieri. Queste saranno con tutta probabilità mostrate a Stefio, Cupertino ed Agliana per un riconoscimento. Ma i magistrati romani punteranno sicuramente anche ad una ricognizione diretta e per questo intendono accertare se i due iracheni siano ancora in mano degli americani o se siano già stati consegnati alle autorità irachene. Successivamente si studieranno i modi per tentare di estradare i due carcerieri in Italia.
«Una bella notizia - ha commentato Salvatore Stefio - speriamo che riescano a identificarli tutti. Non sapevo niente e devo dire che sono contento. E' la dimostrazione del buon lavoro dei magistrati e dei carabinieri di Roma. Spero che riescano a scoprirli tutti». Stefio ha concluso sostenendo di «non sapere come siano stati individuati i due iracheni, ma l' importante è che le indagini accertino come sono andate le cose e individuati i responsabili».
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