TEL AVIV - Ventiquattro bambini palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano a Gaza a partire dal 28 settembre, secondo le stime elaborate da 12 organizzazioni umanitarie che fanno capo alle Nazioni Unite.
In un comunicato emesso la scorsa notte, un portavoce delle Nazioni Unite calcola che dall'inizio della Operazione «Giorni di pentimento», lanciata da Israele una settimana fa nel Nord di Gaza per rimuovere la minaccia dei razzi palestinesi contro gli insediamenti israeliani nel Neghev, sono rimasti uccisi 82 palestinesi.
Nello stesso lasso di tempo sono rimasti uccisi in quella zona anche cinque israeliani, fra cui due bambini e una donna.
Nel comunicato si afferma poi che negli ultimi 14 giorni Israele ha negato al personale delle Nazioni Unite un ingresso sicuro a Gaza. Di conseguenza non è stato possibile all'Unrwa, la agenzia per i profughi palestinesi, distribuire razioni di cibo di emergenza a nord di Gaza.
Pur riconoscendo «le legittime preoccupazioni di sicurezza di Israele e in particolare la necessità di fermare gli attacchi palestinesi con razzi e mortai contro aree civili», al tempo stesso le Nazioni Unite chiedono che ai propri dipendenti sia garantita la necessaria libertà di movimento.
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su