LONDRA - Due esponenti della comunità musulmana britannica hanno cominciato a Baghdad una serie di incontri a livello politico, ma soprattutto con esponenti religiosi, per cercare di aiutare la liberazione di Kenneth Bigley, sequestrato oramai da una decina di giorni da gruppi che sembrano far capo ad Abu Mussab al-Zarqawi. In serata, il leader di un'organizzazione islamica con base a Londra, che ha buoni contatti con i gruppi integralisti in Iraq, ha detto che l'ingegnere britannico è ancora in vita. La mobilitazione degli ultimi giorni a favore di Bigley non cessa e la sua storia è pesantemente presente a Brighton, dove è cominciato oggi l'annuale congresso laburista.
Dopo giorni di criticato silenzio, Blair ha cominciato a parlare della vicenda, ed è sembrato preoccupato che si creino eccessive illusioni sia sulla possibilità di ritorno dell'ostaggio, sia su quello che può fare il governo per riportarlo a casa.
Blair aveva aperto la sua intensa giornata congressuale con un'intervista alla BBC nella quale ricordava che non c'erano notizie nuove sull'uomo nelle mani dei terroristi, ma aveva sottolineato che a causa della natura della gente che ha rapito il britannico non bisogna affidarsi a «false speranze».
Per aiutare la liberazione di Kenneth Bigley Blair ha ricordato che il governo sta facendo tutto quanto è «possibile e legittimo» ed ha detto di sperare che la gente capisca la situazione. E cioè che gli spazi di manovra non sono poi grandi.
Blair con la moglie Cherie ha assistito anche ad una messa nel corso della quale si è pregato per il ritorno di Bigley sano e salvo, ma non ha voluto dire nulla all'uscita. I contatti con la famiglia del sequestrato sono continui e tutte le iniziative possibili sono state adottate. Tutti riconoscono la dignità e la fermezza dei famigliari e si commuovono per la vecchia madre del sequestrato, Elisatta di 86 anni, che dopo aver lanciato tre giorni fa uno struggente grido d'aiuto perchè i sequestratori liberino il figlio si è sentita male due volte ed è ricoverata in ospedale. «Aiutate per piacere mio figlio» aveva detto tremante l'anziana signora che aveva aggiunto :» per piacere, mostrate misericordia verso il mio Ken e mandatelo a casa vivo. La sua famiglia ha bisogno di lui. Io ho bisogno di lui».
A Baghdad, intanto, i due esponenti della comunità musulmana britannica Daud Abdullah e Musharraf Hussain hanno visto il presidente Ghazi al Yawar e influenti leader religiosi per tenere alta la mobilitazione in Iraq a favore del sequestrato britannico. E a Londra, Yasser al-Serri, direttore del Centro di osservazione islamico, un'organizzazione con base nella capitale britannica, ha detto alla Reuters di aver rivolto un appello ai sequestratori di Bigley attraverso dei mediatori e di aver ottenuto una risposta confortante: l'ingegnere britannico, rapito assieme a due suoi colleghi americani (poi assassinati) dal gruppo di al Zarqawi, Tawhid wal Jihad (Unificazione e Guerra Santa), è vivo. La visita a Baghdad di Abdullah e Hussain non è piaciuta a tutta la comunità, tanto che la baronessa Uddin, una musulmana membro della camera del Lord, ha definito inutile il viaggio che avrebbe più il significato di far sapere che gli islamici britannici sono contrari ai sequestri, che di avviare qualcosa di utile per la liberazione di Bigley.
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