La giuria del Premio Elsa Morante presieduta da Dacia Maraini e composta da Vincenzo Cerami , Francesco Cevasco , Antonio Debenedetti, Paolo Fabbri, Paolo Mauri, Nico Orengo, Emanuele Trevi e Tjuna Notarbartolo (Direttore della manifestazione), consegnerà a Marina Forti e al suo "La signora di Narmada" (Feltrintelli) il Premio per la Comunicazione. "La signora di Narmada" parla di popolazioni, risorse naturali e conflitti, di emergenze ambientali, di lotte eco-pacifiste di comunità rurali, in diverse aree del pianeta. Attraverso il racconto di 25 casi, 25 storie, 25 finestre sul sud del mondo in cui si intrecciano crisi ecologiche e movimenti sociali , il libro racconta vicende di ingiustizia e di sofferenza, ma anche di luminosa resistenza, di dignità, di lotta per la vita, di costruzione di alternative conviviali e nonviolente. Sono racconti, asciutti e avvincenti, ma non finzione poiché si tratta di fatti e persone vere (la gran parte delle quali l' autrice ha conosciuto direttamente), persone fisicamente lontane da noi, in paesi trascurati dai media e frequentati solo da organizzazioni no profit o da multinazionali. «La signora di Narmada», che dà il titolo all'intero volume, è Medha Pakar, una biologa indiana che nel 1985 scoprì la vicenda della diga di Narmada, la lunga valle dell'India centrale destinata a ospitare, secondo i progetti del governo e del Fondo Monetario Internazionale, 3200 dighe grandi e piccole, comportando massicce dislocazioni, praticamente senza indennizzo, di migliaia di persone. Queste 25 storie rappresentano notizie attualissime ma soprattutto notizie che raramente si ritrovano nelle agenzie di stampa internazionali e men che mai sui nostri quotidiani.
Marina Forti è inviata del quotidiano "Il manifesto". Ha viaggiato a lungo in Asia meridionale e nel Sud-est asiatico. Scrive intensi articoli e reportages sui temi dell'ecologia globale e delle lotte dei popoli del sud del mondo. Dal 1994 cura la rubrica "TerraTerra" . Ha ricevuto, nel 1999, il premio "Giornalista del mese".
L'attenzione della giuria del Premio Elsa Morante all'impegno civile, che passa in qualche modo un po' attraverso tutti i libri portati alla ribalta della manifestazione di quest'anno, va da questo significativo Premio alla Comunicazione all'istituzione di una vera e propria sezione speciale. Così il libro di Maria Pia Daniele "Regine 416bis" (Deep-Il Mezzogiorno) inaugura quest' anno la sezione intitolata proprio all' impegno civile. Si passa dalla discussione sui disagi mondiali del libro della Forti a quelli della città ospite del Premio. Nel libro della Daniele, infatti, si parla di uno dei grandi mali di Napoli, la mentalità camorristica. Le "Regine 416 bis" sono le donne di camorra. Il titolo, infatti, fa chiaro riferimento all'articolo 416 bis del codice penale (che definisce la natura dell'associazione di tipo mafioso dal punto di vista giuridico e le pene relative). Le vicende si ambientano in una delle zone più antiche di Napoli, a un passo dal vecchio palazzo di giustizia e le vecchie prigioni, a pochi metri dal duomo di Napoli e poco lontano da altre istituzioni, la Questura e il Municipio, in una strada che si biforca a lingua di serpente, bivio anche metaforico, in cui si muovono i personaggi, tra legge dello Stato e legge di un clan.
Maria Pia Daniele, è regista e autrice di numerosi testi teatrali, come la Trilogia delle donne del Sud. Ha rappresentato l'Italia al Festival Internazionale di Drammaturgia di Bonn nel 1994 con "Il mio giudice", testo in versi su Rita Atria, collaboratrice di giustizia di Paolo Borsellino. Ha lavorato per l'Unione Europea con autori stranieri riuniti a Madrid nel 2000, al Progetto Cassandra per la stesura di un testo sui diritti umani. Tra i suoi lavori in scena, "Portasudeuropa", sull'integralismo islamico, la condizione femminile e la libertà d'informazione nell'Algeria del 1996.
La cerimonia di premiazione si celebrerà il 30 settembre, presso il Teatrino di Corte di Palazzo Reale a Napoli.
Il Premio Elsa Morante è organizzato in collaborazione con la Presidenza e l'Assessorato alla Cultura della Regione Campania, con la Provincia e il Comune di Napoli, con la Soprintendenza B. A. P. P. S. A. D. di Napoli e Provincia e il San Paolo-Banco di Napoli.
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