MANDURIA (TARANTO) - L'addio a Elisa Springer è coinciso con la nascita di una fondazione a lei dedicata e nata dall'unione fra due associazioni, quella di Manduria denominata "A24020" (il numero incisole dai nazisti ad Auschwitz) e l'altra di Matera, "21 settembre 1943". Lo ha annunciato in chiesa oggi, durante il rito funebre, Filippo Zollino, un volontario di Matera che negli ultimi anni è stato l'ombra dell'ebrea austriaca aiutandola nella vita e seguendola nel suo girovagare di conferenza in conferenza.
Prima di lui una delle tante ragazze dell'associazione "A24020" ha letto con voce commossa un messaggio. «La sua vita è stata un grande atto d'amore - ha detto - ha avuto il coraggio di amare la vita sempre in un mondo che l'ha calpestata. Per dieci anni ha raccontato l'uomo che annienta se stesso ma ha perdonato. Ha salvato tanti con la speranza di non odiare». E poi, quasi dialogando con quel feretro: «Sei entrata di diritto nella mia vita. Ora la memoria fa parte di noi, ed è merito tuo».
Subito dopo Zollino ha letto alcuni fra i tanti messaggi di cordoglio pervenuti ai familiari, fra cui quelli dell'artista Moni Ovadia e dei dirigenti del Museo di Auschwitz. E ha ricordato, Zollino, il viaggio fatto nell'autunno dello scorso anno con Elisa Springer in Germania proprio per rivedere quei tragici luoghi in cui aveva vissuto sessant'anni fa. E prima che la gente conservasse una rosa rossa in memoria di Elisa, le sue parole sono risuonate in una breve registrazione diffusa fra le mura di quella chiesa matrice in cui lei tante volte aveva manifestato la sua fede.
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