Il Comitato degli Ulema, del quale due membri sono stati uccisi oggi nel giro di 24 ore a Baghdad, è la più importante organizzazione religiosa sunnita irachena. Fondato l'anno scorso, quattro giorni dopo la caduta di Saddam Hussein, il Comitato degli Ulema (teologi) è composto da 13 religiosi. Altri 55 invece integrano il cosidetto «Consiglio della Shura», una sorta di direzione allargata che controlla 3.000 moschee sparpagliate per tutto l'Iraq.
La posizione degli Ulema è chiara: è ostile all'occupazione americana in Iraq. Così, si è espresso a più riprese contro i raid dell'esercito USA, e lo scorso 10 settembre è arrivato addirittura a definire uno «genocidio» gli attacchi contro Falluja e la cittadina di Tall Afar, nel nord del paese.
In più, il Comitato ha svolto un ruolo essenziale nella liberazione di tanti ostaggi stranieri in Iraq, facendo da intermediario tra i rapitori, di solito islamici sunniti, ed i governi dei paesi coinvolti.
Secondo Abdelsalam al Kubaissi, membro del Comitato incaricato delle relazioni pubbliche, uno dei loro scopi è quello di creare un'atmosfera propizia affinchè gli iracheni riescano a vivere lontani dai settarismi. «Un popolo per un paese unito», afferma.
Da un punto di vista politico, invece, il Comitato non è interessato a partecipare alle prossime scadenze elettorali. «Noi siamo contrari a qualsiasi atto di appoggio all'occupazione. Per noi però è impossibile partecipare alle elezioni, perchè non cerchiamo di occupare poltrone. Quello che vogliamo è fare un appello per una resistenza pacifica all'occupazione», ha detto Kubaissi.
Lo scorso 23 maggio, un membro del Comitato degli Ulema era stato gravemente ferito in un attacco all'uscita di una moschea di Baghdad. L'uomo era stato colpito da cinque pallottole sparate da sconosciuti.
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