ROMA - Germano Fontana prima di lasciare l'Italia nel 1979 per sfuggire ad un mandato di cattura, lavorava come grafico a Milano. A Barcellona, dove si era rifugiato da alcuni anni, sotto falso nome, aveva ripreso a fare il grafico per una società specializzata nel settore.
Militante della sinistra extraparlamentare, Fontana, inizia ad avere guai con la giustizia nel 1976 quando a Milano viene identificato nel corso di una perquisizione domiciliare a carico di una sospetta fiancheggiatrice delle Brigate rosse.
Nel 1978 nel suo appartamento milanese vengono sequestrate armi e documentazione di natura eversiva, ricollegabile, secondo la Polizia, all'attività di 'Prima linea'. Colpito da un mandato di cattura si rende latitante. Nel 1981 viene condannato in contumacia dalla corte d'assise di Milano a 11 anni di reclusione per partecipazione ai 'Pac'(Proletari armati per il comunismo), condanna divenuta esecutiva dopo parziali modifiche in appello e in Cassazione nel 1996. Per la sua attività terroristica nei 'Pac', lo stesso gruppo di Cesare Battisti, Germano Fontana è stato coinvolto nelle indagini sull'omicidio del gioielliere Torregiani.
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