Azezio (Azetium), così si chiamava Rutigliano, a dieci chilometri a sud di Bari, sorse nel periodo del basso impero romano e nell'829 d.C.
Note caratteristiche: fischietti di terracotta, l'uva da tavola "Regina", "Italia", quella da vino e grano. Il grano è stato riproposto da alcuni anni, come "antico alimento sano e nutriente". A Rutigliano sono specializzati per la produzione di grano duro senza l'uso di concimi chimici né antiparassitari. Se ne trova in commercio anche a Bari di brillato per cucina. Una volta cibo miserrimo dei contadini è oggi assurto a nobiltà tanto che sono state riesumate una ventina di ricette per preparare squisite pietanze. La tradizione del grano, (è anche un eccellente regolatore dell'intestino), è stata ripresa nei ristoranti dove si servono piatti a base di frumento e legumi, con le verdure, con le olive e persino con i frutti di mare.
Passeggiare per Rutigliano per fischietti e, a cuor contento, meglio conoscere questo delizioso centro del Barese: la torre bizantino - normanna; la chiesa Madre, dedicata a Santa Maria della Colonna in stile romanico, e nella quale è esposto un polittico realizzato nella seconda metà del Quattrocento dal Vivarini; i palazzi gentilizi Antonelli, De Franceschis, Colamussi, l'antico comune sede dell'università di Rutigliano nel XVIII secolo. A cinque chilometri in direzione di Turi c'è la chiesetta di Sant' Apollinare (XI - XII sec.)con cupole ellissoidali. Importante anche il Museo civico con reperti archeologici e il museo permanente del fischietto (tel. 080-4762210).
Da vedere anche in Via San Francesco d'Assisi,12 l'edicola di Umberto Loitile, che vende libri e giornali in un antico palmento trasformato in museo della civiltà contadina di Rutigliano.
V.S.
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