BESLAN (RUSSIA) - Le autorità dell'Ossezia settentrionale sono state informate di 18 casi di ex ostaggi della scuola di Beslan che i familiari non hanno individuato tra i cadaveri portati negli obitori nè tra i feriti ricoverati negli ospedali. Lo ha affermato il portavoce del governo di Vladikavkaz, Lev Dzugaiev. In sette di questi casi - ha detto in serata Dzugaiev alla France Presse - le famiglie sostengono che gli ostaggi sono stati visti dopo lo sgombero della scuola e sono poi scomparsi.
Il portavoce ha azzardato una possibile spiegazione di tali casi affermando che, secondo gli psicologi, talvolta le persone sotto shock credono di riconoscere il loro figlio mentre si tratta invece di una persona che gli assomiglia.
Secondo Dzugaiev, essendovi ancora 115 corpi non identificati, di cui 42 in condizioni tali - ridotti in frammenti - che solo l'esame del Dna potrà permettere di riconoscere, non è escluso che i dispersi siano tra questi.
Il portavoce ha anche ventilato l'ipotesi che bambini in stato di shock - fuggiti dalla scuola in fiamme, tra crolli, sparatorie ed esplosioni, dopo oltre due giorni di prigionia sotto la minaccia di terroristi armati - abbiano potuto nascondersi in qualche cantina o altrove, terrorizzati e senza avere il coraggio di uscire. Oltre a ciò - ha aggiunto - alcuni bambini potrebbero essere ricoverati sotto altro nome, per difficoltà di accertamento dell'identità legate anche a problemi di comunicazione.
Secondo Dzugaiev, infine, potrebbero esservi errori nella lista di 260 dispersi elaborata da alcuni abitanti di Beslan.
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