MOSCA - La polizia russa ha fermato in questi giorni un tentativo di assalto a un villaggio inguscio organizzato da un gruppo di un migliaio di cittadini osseti inferociti. Lo riferisce oggi Radio Eco di Mosca dando la prima notizia di un episodio che segnala il pericolo di violenze interetniche nel Caucaso russo in seguito alla strage nella Scuola numero 1.
L'emittente ha sottolineato che la folla di osseti decisa a vendicarsi era composta da «più di 1.000 uomini». Essa avrebbe in particolare cercato di raggiungere case popolate da ingusci nel distretto di Prigorodny, al confine tra Inguscezia e Ossezia del Nord. «Siamo riusciti a fermarli per miracolo, dislocando in extremis cordoni di polizia», ha detto una fonte investigativa alla radio. La fonte ha aggiunto che tuttavia la situazione resta tesa e difficile da tenere sotto controllo.
L'Ossezia del Nord (in maggioranza cristiana) e l'Inguscezia (islamica) sono due regioni autonome sotto sovranità russa e sono state protagoniste di un conflitto interetnico, breve ma sanguinoso, nei primi anni '90. Il rischio di un ritorno di fiamma è legato ora al fatto che nel commando che ha sequestrato la scuola di Beslan sembra ci fossero anche alcuni terroristi ingusci, legati alla guerriglia islamico indipendentista della vicina Cecenia.
Il risentimento degli abitanti di Beslan non si ferma peraltro alle popolazioni delle regioni di provenienza dei terroristi: sempre Radio Eco di Mosca riferisce che una petizione è stata sottoscrita da numerose persone per chiedere le dimissioni del presidente osseto, Aleksandr Dzasokov, vecchio notabile sovietico e leader storico della regione, accusato di non aver saputo proteggere la sua gente.
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