PARIGI - I giornalisti francesi rapiti in Iraq, Georges Malbrunot e Christian Chesnot, sono due esperti del Medio Oriente, dove lavorano da molti anni.
Georges Malbrunot, 41 anni, lavora in Medio oriente come free-lance dal 1994 e per il quotidiano Le Figaro dal 2000. Dopo aver coperto l'Intifada e altri eventi da Gerusalemme, ha esteso le sue attività a tutta la regione, spostandosi nei punti caldi dell'attualità. Oltre a scrivere per Le Figaro, collabora con i quotidiani regionali «Ouest-France» e «L'Est Republicain» e con la radio privata Rtl. Si è stabilito in Iraq dopo l'intervento americano nel Paese arabo.
Di lui un fotografo dell'Afp che ha lavorato con lui per diversi anni, Andre Durand, ha detto: «Parla arabo, è un ottimo conoscitore della regione. Non è assolutamente un kamikaze, è il contrario di una testa calda».
Christian Chesnot, 37 anni, è un collaboratore delle emittenti pubbliche Radio France Internationale (Rfi) e Radio France e del quotidiano la Tribune di Ginevra. Esperto di problemi legati all'acqua in Medio Oriente, vive a Amman e ha lavorato in varie occasioni con Georges Malbrunot.
Dopo alcuni anni al Cairo, si è stabilito in Giordania nel 2000, da dove copre la Siria e l'Iraq.
«Posato e al tempo stesso dinamico, niente affatto affascinato dalla guerra»: così è stato descritto da un suo amico e collega di Radio France, Jean-Marc Four. Chesnot «non è tipo da correre rischi sconsiderati», secondo Four.
Malbrunot e Chesnot hanno pubblicato insieme due libri sul Medio Oriente, uno dei quali intitolato «L'Iraq di Saddam Hussein: ritratto totale» e sono autori o co-autori di diverse altre opere.
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