Moqtada Sadr, il leader estremista sciita, che stasera ha accettato il piano di pace del Grande Ayatollah Ali Sistani, è figlio del Grande Ayatollah Mohammad Sadek Sadr, assassinato nel 1999 dal regime di Saddam Hussein.
Moqtada, 32 anni, è il leader del movimento Jimaat Al-Sadr-Thani, un gruppo con base a Najaf, uscito dalla clandestinità dopo l'attacco delle forze anglo-americane. L'organizzazione non è rappresentata nel governo ad interim iracheno, che il giovane imam ha duramente contestato. Il Jimaat è affiancato da una milizia formata da diverse migliaia di uomini, che si definisce l'Esercito del Mahdi.
Sadr è stato indicato l'anno scorso come il mandante dell'assassinio di Abdul Majid al-Khoei, un ayatollah di tendenze progressiste, ed è stato accusato anche di aver ordinato ai suoi uomini di assaltare l'abitazione a Najaf del leader spirituale della comunità sciita, il Grande Ayatollah Al Sistani, da lui giudicato troppo moderato. Le autorità religiose sciite gli attribuiscono anche la responsabilità di aggressioni ai danni di persone vicine alla Hawza (scuola religiosa sciita).
Viso tondo e fisico imponente, il giovane barbuto, sulle orme del padre, ha scelto per dirigere la preghiera del venerdì la moschea di Kufa, vicino a Najaf, dove l'imam Ali, venerato dagli sciiti, teneva le sue prediche.
Il carisma di Sadr è cresciuto negli ultimi mesi e la rivolta sciita guidata dall'Esercito del Mahdi si è estesa oltre i confini di Najaf, toccando anche Kut, Nassiriya, Bassora, ma soprattutto Sadr City, il gigantesco sobborgo sciita di Baghdad - ex Saddam City, ribattezzato dopo la caduta del regime baathista in onore del padre martire di Moqtada.
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