
Alle Olimpiadi senza paura. Questo l'atteggiamento di Andrew Besozzi Howe alla presentazioni delle nazionali di atletica leggera in corso a Formia, presso la scuola del Coni.
Il giovane velocista ha le idee chiare: «Mi chiamano 'wow', sbagliando puntualmente il mio secondo nome. Ma va bene lo stesso, perchè 'wow' è il grido che fanno gli americani quando restano stupiti. Cercherò di stupire tutti perchè se Carl Lewis è il figlio del vento io sono Andrew Wow, che a 19 anni va alle Olimpiadi con tanti sogni, speranze di crescere, vivere un'esperienza unica e anche di vincere, perchè no?. Spero mi aiuti a crescere sempre di più come atleta».
Besozzi ha pochi dubbi: «A Formia è nato un gruppo, ora siamo una squadra, siamo amici, ci alleniamo in un clima di solidarietà. Siamo un gruppo compatto, che va ad Atene per lasciare il segno. Siamo la nuova generazione dell'atletica italiana».
La federazione di atletica leggera non ha l'ossessione delle medaglie ma è convinta di aver lavorato bene in vista di Atene. «Sono estremamente fiducioso - ha detto Gianni Gola, presidente della Fidal - Il nostro lavoro verso Atene è iniziato nel lontano '97, e in questi mesi si sta avviando il progetto Club Pechino 2008. Questi ragazzi vengono seguiti da piccoli se evidenziano delle capacità. Non ho problemi sul numero di medaglie o il metallo pregiato che ci toccherà. Sono convinto che faremo bene».
C'erano le squadre al completo oggi alla conferenza stampa organizzata al centro tecnico di Formia: tutti pronti alla partenza per Atene al termine degli allenamenti di rifinitura. Unico discorso off-limits, il doping. «No comment» è stata la risposta ad ogni questione sull'argomento.
Pensando ai possibili risultati, la spedizione è ottimista. «Possiamo fare bene, è una buona squadra - ha detto Fiona May - ma non fatemi fare previsioni». Per Magdalene Martinez l'obiettivo è vincere: «Alle Olimpiadi vado per dare il massimo visto che ho lavorato bene tutto l'anno, con concentrazione, facendo anche ottime misure. Poi si sa, lì può capitare che una sconosciuta faccia il salto della vita. E le migliori si deconcentrano e perdono l'occasione. La medaglia è un punto di arrivo - sorride - ma l'obiettivo è dare il meglio».
Roberto Frinolli, commissario tecnico della nazionale maschile: «L'atletica italiana sta diventando come una grande azienda, che fa i conti ogni giorno con risultati e criteri gestionali. Poi però dobbiamo pensare alle Olimpiadi che sono il punto massimo, sono ottimista nella consapevolezza del grande lavoro svolto negli ultimi anni per colmare i gap in alcuni settori e far decollare altri già efficienti. Con i vari Club olimpici seguiamo a fondo nuove leve e generazioni di ragazzi, per portarli alla loro massima espressione atletica. Questo basta, resto sereno e fiducioso».
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