NAJAF (IRAQ) - «Combatteremo contro l'occupazione a Najaf fino all'ultima goccia di sangue». Lo ha detto oggi il leader radicale sciita Moqtada Sadr durante una conferenza stampa nel mausoleo dell'imam Ali, nella città santa irachena.
La dichiarazione del leader sciita è stata fatta proprio mentre infuriano di nuovo i combattimenti a Najaf tra forze americane appoggiate da reparti iracheni e i miliziani fedeli a Sadr.
«Non chiamateci combattenti dell'Esercito del Mahdi, chiamateci difensori della città», ha aggiunto Sadr durante la conferenza stampa. E ha aggiunto: «Bisogna che gli occupanti (americani) se ne vadano, solo allora il processo democratico in Iraq potrà cominciare. Io resto qui per sostenere i combattenti e domando a tutti i dignitari religiosi di fare altrettanto».
A una domanda sul grande ayatollah Ali Sistani (moderato), partito per Londra a causa di una disfunzione cardiaca, Sadr ha risposto: «Mi auguro che ritrovi la salute e che torni il più presto possibile nella città di Najaf». Ieri il capo radicale ha respinto, tramite un portavoce, l'invito del premier iracheno Iyad Allawi ad abbandonare Najaf. Allawi si era recato nella città santa con due ministri del suo governo e aveva chiesto ai miliziani di deporre le armi e andarsene al più presto.
Il giorno prima Allawi aveva cercato di nuovo di associare Sadr al processo elettorale in Iraq sottolineando che i disordini a Najaf non sono colpa sua, ma di alcuni «criminali che si nascondono dietro il suo nome». Un tentativo a quanto pare fallito.
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