Trentacinque anni di vita, mai una volta alle Olimpiadi. Nemmeno Atene sfata la maledizione a cinque cerchi per la pallamano azzurra: anche stavolta, infatti, l'Italia non sarà in campo né con gli uomini né con le donne, perché le nazionali guidate rispettivamente da Lino Cervar e Paco Sanchez hanno fallito di nuovo la qualificazione ai Giochi. Questa volta però possono consolarsi con l'assenza di altri paesi, vere potenze nella disciplina, che non sono riuscite a strappare il pass.
Nell'edizione dei Giochi che tornano nella madre patria, sarà ancora l'Europa la protagonista, almeno nel torneo maschile che dal 1936, l'anno in cui la disciplina fece il suo esordio ai Giochi di Berlino (le squadre erano da 11, solo da Monaco '72 i team divennero a 7 e nell'edizione successiva, a Montreal, fu allargata la partecipazione alle donne) vede sempre sul gradino più alto del podio una nazionale europea. I pronostici in campo maschile appaiono difficili alla vigilia viste assenze importanti come quelle della Svezia, argento olimpico nel '92, '96 e a Sydney. Restano a casa anche la Serbia-Montenegro e la Danimarca. Delle dodici squadre presenti ad Atene solo la Spagna, bronzo quattro anni fa (il titolo era andato alla Russia) sembra in corsa per un piazzamento eccellente.
Tra queste c'è anche la Francia, che si annuncia come una delle favorite, come pure la Germania campione d'Europa, e la Croazia, oro nel '96. Il muro del vecchio continente potrebbe essere attaccato solo dalla Corea, l'unica qualificata dell'Asia nel tabellone maschile.
Tra le donne invece il copione sembra già scritto e la sfida annunciata è quella delle campionesse in carica della Danimarca (due titoli olimpici nel palmares) con le coreane del Sud. Il torneo rosa, privo della Russia, che aveva ereditato il testimone dall'Urss vincitrice delle prime due edizioni dei Giochi, offre alle scandinave e alle asiatiche l'occasione per entrare nella storia dei Giochi. Riflettori puntati anche sulle francesi, neo campionesse del mondo.
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