PORDENONE - Cinquemila euro per una bambina, diecimila per un maschietto: era questo il prezzo che l'organizzazione criminale internazionale scoperta dalla Questura di Pordenone versava alle famiglie bulgare, in condizioni economiche di grave disagio, disposte a vendere i propri figli, subito dopo la nascita, a un acquirente italiano.
La somma che l'organizzazione riceveva - stando a quanto trapelato finora - dal 'padre acquirente' italiano era più alta (fino a 17.000 euro) e veniva versata con transazioni internazionali di valuta. Dopo aver versato la somma alla madre del neonato, l'organizzazione tratteneva una parte della somma per sè, mentre un'altra parte veniva utilizzata per coprire le spese del viaggio della mamma dei neonati.
Quest'ultima - secondo la ricostruzione della Questura di Pordenone - veniva fatta partire dalla Bulgaria, per l'Italia, alcuni giorni prima del parto, con un visto turistico. Una volta in Italia, veniva prima ospitata in un campo nomadi, nella zona di Gorgonzola (Milano), in attesa del parto, e poi accompagnata in ospedale dove partoriva e rifiutava di riconoscere il figlio.
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