ROMA - La forza e il rischio del terrorismo di matrice islamica deriva dalla «pervasività» delle singole cellule dotate ormai di piena autonomia e dalla «decentralizzazione e regionalizzazione» del fenomeno che ha «accresciuto le capacità operative della galassia radicale» e moltiplicato le difficoltà di individuazione dei militanti e dei nuclei logistici. A riferirlo è la relazione semestrale al Parlamento dei Servizi di informazione che sottolinea anche come questa fase di aggressione diretta all'Europa sia caratterizzata da «una pronunciata attenzione alle dinamiche politiche dei Paesi prescelti come obiettivo».
La struttura jihaista, spiegano ancora gli 007, avendo incentivato l'operatività e l'autonomia decisionale delle reti regionali si articola ormai «nel residuale nucleo centrale, che comprende tuttora i leader storici di Al Qaida», nei «network d'area guidati da emiri locali» e nelle «organizzazioni affiliate», che comprendono «i gruppi organicamente legati alla formazione di Bin Laden quanto quelli che da questi hanno mutuato orizzonte ideologico e moduli operativi».
Si tratta dunque di una «galassia tanto composita quanto evanescente» collegata «all'orizzonte ideologico di Al Qaida e pronta a tradurre sul piano operativo le indicazioni programmatiche» che arrivano da quei vertici.
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